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Sabato, 20 Aprile 2024
Pesca

Trota Fario, via libera della Pat alle immissioni

L'assessora Zanotelli: "Provvedimento necessario per consentire la pesca"

Via libera all'immissione della trota fario nelle acque provinciali. Lo prevede la delibera approvata oggi, venerdì primo giugno, dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessora alla Pesca Giulia Zanotelli.

Con il documento approvato dall'esecutivo guidato da Maurizio Fugatti, la carta ittica e i piani di gestione della pesca per la pianificazione della pesca trentina saranno integrati per consentire l’immissione in natura della trota fario sulla base di uno specifico “studio del rischio”.

Il problema della trota fario (e non solo di quella) è che si tratta di una specie non autoctona, ovvero non originaria del Trentino, seppur presente da anni nelle acque provinciali. Un provvedimento nazionale ne aveva infatti vietata l'immissione nelle aque provinciali per salvaguardare le specie locali. Oltre alla trota fario, nel mirino del decreto governativo erano finite anche la trota iridea, la trota lacustre e il coregone.

Nei mesi scorsi la Giunta provinciale ha cercato di aggirare la norma nazionale per salvaguardare il mondo della pesca dilettantistica trentina. In particolare, forte della propria autonomia, il Consiglio provinciale, sempre su proposta di Zanotelli, aveva modificato la legge sulla pesca, consentendo al nostro territorio (unico in Italia) di procedere autonomamente con le autorizzazioni, senza la preventiva approvazione del ministero e con il solo parere dell'Istituto superiore per la ricerca e la protezione dell'ambiente (Ispra), attraverso, appunto, lo studio del rischio.

"Pur consapevoli che le misure contenute nello studio introducono cambiamenti significativi nella pesca locale, questo strumento rappresenta l’unico modo per proseguire con le immissioni in natura della trota fario", spiega oggi Zanotelli. Lo studio del rischio potrà essere rivisto alla luce dei monitoraggi che verranno effettuati e delle eventuali modifiche a livello nazionale della norma.

Nella pratica sarà quindi ora possibile immettere la popolazione di ceppo locale già presente negli impianti ittiogenici delle associazioni e valutare, a seconda delle specificità locali, l’immissione della fario. L'assessorato ha inoltre deciso di garantire alle associazioni il contributo massimo erogabile e ha già dato mandato alle strutture di procedere con la stesura degli studi del rischio di salmerino, coregone e trota iridea per riuscire, in tempi rapidi, a consentire anche la loro immissione nelle acque trentine.

"Siamo consapevoli - conclude l'assessore - che purtroppo a causa dell'imposizione statale connessa alla tutela dell’ambiente ci saranno delle limitazioni, ma considerato che la materia ambientale non rientra nelle nostre competenze primarie occorre adesso ragionare sulle strategie future di gestione della pesca in Trentino. Non possiamo vivere di speranze rispetto a un eventuale modifica del quadro nazionale. Continueremo comunque in sede nazionale a far valere la nostra posizione portando avanti le istanze dei pescatori trentini in ogni sede possibile, consapevoli dell’importanza economica, sociale e culturale che tale settore riveste per il nostro territorio e degli investimenti e delle attività che sono stati fatti in tutti questi anni".

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