Valdastico nord, perché Folgaria non la vuole
Il sindaco Rech: "Abbiamo sottoscritto e inoltrato al Consorzio dei Comuni le osservazioni relative alla variante al Piano Urbanistico Provinciale relativa al corridoio dì accesso est"
Torna a ribadire la sua contrarietà alla Valdastico nord, l'amministrazione comunale dì Folgaria, in particolare sulla variante al Piano Urbanistico Provinciale relativa al corridoio dì accesso est. Il 1° febbraio il sindaco Michael Rech, insieme alla sua amministrazione, ha sottoscritto e inoltrato al Consorzio dei Comuni le osservazioni relative al punto in questione. "Folgaria, insieme ai tanti comuni della Vallagarina, ribadisce il suo no ad un progetto retrogrado e fuori tempo" rimarca Rech.
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Nel documento in cui sono contenute le osservazioni e che porta la firma del sindaco Rech, viene confermata quella contrarietà già manifestata dal Consiglio comunale quando il 16 dicembre del 2019 approvò la mozione: “No A31” che affrontava l’ipotesi di completamento dell’autostrada A31 con uscita a Rovereto sud. Una contrarietà sostenuta dal fatto che il Consiglio ritiene che l'opera sia in contrasto con i principi sulle quali si basano le strategie di sviluppo sostenibile sia a livello europeo, sia nazionale.
Nove i punti posti all'attenzione del Consiglio delle autonomie locali:
- il Protocollo di attuazione della Convenzione per la Protezione delle Alpi del 7 novembre 1991 nell’ambito dei trasporti, sottoscritto dalla Repubblica Italiana il 31 ottobre 2000, ha l’obiettivo di “dare un contributo decisivo allo sviluppo sostenibile e al miglioramento della qualità della vita attraverso un contenimento del volume di traffico, attraverso una gestione ecocompatibile dei trasporti e attraverso l’incremento dell’efficacia e dell’efficienza dei sistemi di trasporto esistenti;
- la Direttiva 2016/2284/UE del 14 dicembre 2016 (Nuova NEC - National Emission Ceiling), concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, stabilisce gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni, applicabili a partire dal 2020 e dal 2030, per i 5 principali inquinanti (biossido di zolfo, ammoniaca, composti organici volatili non metanici, ossidi di azoto e PM10). Indica quale prioritario l’intervento in tema di mobilità sostenibile, alla luce del significativo apporto, superiore al 30%, al totale degli inquinanti causato dal traffico veicolare;
- la COM (2016) 501 con il relativo Allegato SWD (2016) 244 final, “Strategia Europea per la mobilità a basse emissioni”, incentiva il passaggio a modi di trasporto meno inquinante e mira a rendere più attraente il trasporto di viaggiatori e di merci su rotaia;
- il Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile D.P.C.M dicembre 2018, ai sensi della legge n. 232/2016, art. 1, commi 613, 614, 615, individua precisi obiettivi strategici su mobilità sostenibile, energia e ambiente.
- la Legge Provinciale 30 giugno 2017 n°6, art.1 si pone come finalità di organizzare “ il sistema di mobilità provinciale in modo da contribuire allo sviluppo turistico ed economico del territorio, nell’ottica della realizzazione di un sistema territoriale sostenibile e integrato nell’ambito delle ALPI”, prevedendo all’art.2 che la mobilità sostenibile “ sia costituita dal trasporto pubblico locale, con la priorità alla mobilità ferroviaria, e che la mobilità individuale privilegi le modalità a minor impatto ambientale”;
- la Strategia UE sulla biodiversità COM 2011 244 def. , la Direttiva Habitat 92/43/CE, la Direttiva Uccelli 2009/147/CE, individuano nella salvaguardia degli ecosistemi le azioni prioritarie finalizzate ad interrompere gli effetti negativi dovuti alle attività antropiche;
- con la COM ( 2002 ) 179 def. “ Verso una Strategia Tematica per la Protezione del Suolo” della Commissione Europea si riconosce al suolo l’importante funzione di interfaccia tra la geosfera, l’idrosfera e l’atmosfera con un ruolo importante dal punto di vista ambientale;
- la COM/2015/0614 final “L’anello mancante: piano di azione dell’Unione Europea per l’economia circolare” pone le basi per un cambio di paradigma dell’attuale sistema economico lineare, da cui deriverà una forte riduzione nei consumi di materie prime con inevitabili conseguenze di riduzione delle merci circolanti;
- le continue limitazioni al traffico pesante sia temporali che settoriali che la vicina Austria impone e incrementa di anno in anno con l’obbiettivo di incentivare il trasporto merci su rotaia
Inoltre, Folgaria ricorda che anche la Provincia di Bolzano ha votato una mozione di contrarietà al progetto di prolungamento verso Nord della A31 della Valdastico fino a allacciarla alla A22, qualsiasi sia il punto dell'innesto. Una scelta condivisa da Folgaria e dal sindaco Rech, perché ritengono che quest'opera possa creare un "Nuovo corridoio per il traffico leggero e pesante dal nord est italiano verso nord attraverso il Brennero, un asse infrastrutturale già oggi congestionato, comportando un pesante aggravamento dell'inquinamento con forti conseguenze sulla salute delle popolazioni".
La contrarietà è sull'opera, non solo su una parte. Il Consiglio comunale di Folgaria ha infatti sottolineato ancora una volta che la propria contrarietà alla realizzazione della Valdastico nord si riferisce all'opera, qualunque sia lo sbocco individuato in territorio trentino. Le persone che si oppongono al progetto lo fanno anche perché lo ritengono frutto di una concezione di trasporti obsoleta e superata, considerando anche che è in discussione da diversi anni. "È necessario guardare oltre e prendere spunto dalle buone pratiche d’Oltralpe, dove si investe in strutture di viabilità alternativa, che puntano ad una diminuzione degli investimenti su gomma e in parallelo aumentano gli investimenti su rotaia" si legge nel documento a firma del sindaco Rech.
Ma perché Folgaria si dimostra così nettamente contraria all'opera? La delibera del Consiglio comunale in cui è stata approvata la mozione contraria all'opera, riporta anche le specifiche motivazioni:
- le conseguenze derivanti da tale tracciato sarebbero pesanti in termini di inquinamento ambientale, compromettendo territori ed ecosistemi di alto pregio e deturpando il paesaggio naturale della confinante Valle di Terragnolo. Andrebbe sostenuto invece uno sviluppo territoriale per valorizzare la montagna incontaminata, i prodotti tipici, l'agricoltura biologica e un turismo sostenibile;
- il tracciato risulta illogico dal punto di vista logistico. Tra tutti i tracciati ipotizzati, l’uscita a Rovereto sud risulta la più insensata;
- la realizzazione dell’opera potrebbe interferire con le falde acquifere -in particolare la sorgente delle “acque nere” a Terragnolo-, che alimentano gli acquedotti a servizio dell’Alpe Cimbra, sotto il Pasubio e il monte Maggio, zona delicatissima dal punto di vista del profilo idrogeologico.
- l'ipotesi di un casello autostradale a Valduga rappresenta un’idea di progresso economico degli anni 60 mentre l’Alpe Cimbra necessità di investimenti sulla sua competitività territoriale e sulle vie di accesso esistenti nonché nella mobilità alternativa.
- l’opera si pone in antitesi rispetto alla necessità di perseguire uno sviluppo sostenibile vale a dire una tipologia di sviluppo che contemperi gli aspetti economico sociali ed ambientali. Costituisce quindi la negazione della possibilità di imboccare un sentiero di sviluppo volto a garantire l'utilizzo ambientamene compatibile e quasi incontaminato delle risorse naturali locali;
- trasforma tutta la zona in un'appendice del Veneto invece che in un’area "diversa" dove trovare nel periodo di vacanza ciò che si è perso a casa propria, vale a dire tranquillità e natura. L’aumento del traffico in entrata sull’Altipiano risulterebbe pertanto in contrasto con le ipotesi di sviluppo, sia relativa alla mobilità interna che di attestamento, con soluzioni alternative e volte a limitare o ancor più impedire, l’accesso ai veicoli.
Inoltre, come ricorda il sindaco Rech, il Consiglio comunale di Folgaria aveva espresso parere negativo sull'opera già a maggio del 2012.