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Opere d'arte come bandiere nei rifugi della Val di Non

Le installazioni del progetto 'Vivere d'aria' tra il monte Roen e le Maddalene, al confine tra Trentino e Alto Adige

L’alta montagna come rifugio di creatività e libertà, il confine come elemento di unione e di dialogo. È in questi luoghi che da sabato 21 agosto trovano spazio opere d’arte in forma di bandiera, issate in alto sui pennoni di altrettanti rifugi, per lanciare un segnale forte per il futuro.

Promosso dall’ApT Val di Non e curato da Gabriele Lorenzoni, il progetto “Vivere d'aria” ha chiamato otto artisti trentini e sudtirolesi a creare delle bandiere d'artista che sono state installate su altrettanti rifugi e malghe situati sul confine delle due province: Rifugio Oltradige, Rifugio Mezzavia, Malga di Romeno, Malga del Lucco, Malga Castrin, Malga di Cloz, Rifugio Maddalene, Malga Bordolona.

“La crisi causata dal Covid-19 - spiega Gabriele Lorenzoni - ha colpito duramente anche gli artisti, molti di loro sono rimasti completamente senza lavoro. Ampie fasce della popolazione presumono che gli artisti “vivano di poesia” e che il loro contributo alla società sia meno importante di quello di altre categorie professionali. Ma se è vero che l’aria è necessaria per vivere, non è possibile invece vivere d‘aria, come un antico adagio recita. Da queste riflessioni discende l’occasione odierna di incontro e contatto, di ritorno all’alta quota e di libertà creativa, di lavoro artistico e di condivisione amicale. Le bandiere issate in alta quota daranno la possibilità di immaginare e permetteranno ai nostri occhi di vagare nella direzione del vento. I rifugi, quindi, non rappresentano solo un riparo per genti e animali, ma diventano anche espressione di due culture di confine che qui si abbracciano”. 

Gli artisti coinvolti sono Stefano Cagol, Hannes Egger, Michael Fliri, Ingrid Hora, Federico Lanaro, Laurina Paperina, Philipp Messner, Federico Seppi.

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“Un elenco infinito di emozioni, ricordi, sensazioni, rimandi poetici, letterari, visivi, cinematografici - afferma l’artista Hannes Egger, ideatore del progetto - si annida nell’incontro fra montagna e persone, fra roccia e cielo, terra e aria, fatica e libertà, solitudine e amore, disperazione ed estasi. Un elenco che non può esaurirsi, che si arricchisce di esperienze personali, di densità emozionali inesplorate. Il contributo che lə artistəpossono dare in questo momento storico alla società non è affatto da sottovalutare: è proprio adesso che si traccia la rotta per il futuro. A noi umani è data la capacità di immaginare, anche cose che al momento non ci sono. Questa capacità ci distingue da tutte le altre specie sulla terra. Lə artistə sono immaginatorə per vocazione, lavorano con la fantasia, creano visioni e propongono prospettive alternative per il futuro: attività fondamentali in una fase di sconvolgimento come l'epidemia di Covid-19. Per guadagnare speranza, senza dubbio, dobbiamo sviluppare visioni che guardano in alto e guardano avanti. Libere, come l’aria”. 

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