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Vaia, tre anni dopo si guarda avanti: entro fine anno 300 ettari di 'nuovi' boschi

Dopo la tempesta è partita una macchina imponente per ripristinare strade e foreste

Sono passati tre anni dall'impatto sul Trentino della tempesta Vaia. Per tracciare un bilancio di quei giorni, e guardare avanti con ottimismo per il ripristino dell'ambiente colpito, il Museo della scienza ha ospitato un confronto al quale hanno preso parte, tra gli altri, anche l'assessore proviniale all'agricoltura Giulia Zanotelli e i dirigenti Giovanni Giovannini (Servizio foreste) e Stefano Fait (Servizio prevenzione rischi e Cue). "La Provincia ricorda Vaia tutti i giorni, attraverso la pianificazione e le iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico” ha sottolineato l’assessore Zanotelli, che in apertura del proprio intervento ha ricordato le vittime della tempesta (Michela Ramponi e Denis Magnani). Per i risultati che sono stati raggiunti, un grazie sincero è stato rivolto dall’assessore - a nome dell’intera Giunta - "agli uomini e alle donne che in questi anni hanno messo in campo energie e cuore per procedere con la ricostruzione e che continuano ad impegnarsi in questo senso. Nemmeno l’emergenza Covid ha frenato il loro impegno sul campo".

I numeri

Quasi 20mila ettari di foresta distrutta e schianti di legname per oltre 4 milioni di metri cubi. Nei tre giorni di fine ottobre 2018 sono caduti 274 millimetri di pioggia e le raffiche di vento che hanno cancellato interi boschi hanno raggiunto in alcune località la velocità di 192 chilometri orari. La gestione del territorio operata negli ultimi decenni e il lavoro instancabile di tecnici, amministratori e volontari nei giorni dell’emergenza hanno consentito di scongiurare un’alluvione del tutto simile a quella del 1966, quando in tre giorni caddero 188 millimetri di pioggia.

Per ripartire dopo la conta dei danni, secondo i numeri forniti dalla Provincia, sono stati ripristinati 2.300 chilometri di strade, mentre per lo stoccaggio dei tronchi sono stati realizzati 88 piazzali, per una superficie totale di 20,93 ettari e in questi tre anni l’83% degli schianti è stato avviato all’utilizzazione, grazie all’attivazione di ben 1.255 cantieri forestali. Ad oggi sono stati spesi circa 17 milioni di euro per gli interventi di adeguamento e ripristino e per la nuova realizzazione di infrastrutture forestali: un ruolo importante per una rapida ed efficace realizzazione di questi interventi è stato svolto dai proprietari boschivi (pubblici e privati), ai quali sono stati concessi contributi per un importo complessivo di 12,9 milioni di euro.

Entro fine anno nei distretti forestali più colpiti (Borgo Valsugana, Pergine Valsugana, Cavalese e Rovereto) saranno rimboschiti oltre 300 ettari di bosco. Nel solo 2021 è stata così raggiunta una disponibilità totale di circa 355.000 piante, per la maggior parte larice e abete rosso a cui si aggiungono in minor quantità pino cembro, faggio e altre latifoglie.

Nel frattempo si cerca di contenere l'impatto dei parassiti del legno, come il bostrico tipografo. Fondamentale è l'attività di monitoraggio di questo insetto endemico condotta anche nel corso del 2021 con il prezioso supporto scientifico della Fondazione Edmund Mach. I più colpiti sono i distretti forestali di Pergine Valsugana, Borgo Valsugana, Cavalese e Primiero. Il Servizio Foreste valuterà l’opportunità di procedere al rimboschimento dopo la rimozione degli alberi colpiti, come già avvenuto dopo il passaggio di Vaia. Da inizio anno sono stati circa 500.000 i metri cubi di legname assegnati dalla Provincia autonoma di Trento alle aziende boschive e destinati al taglio, comprensivi di materiale colpito dal bostrico per circa 150.000 metri cubi.

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