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L'università di Trento al primo posto per la ricerca

La classificazione dell'Anvur verrà utilizzata dal ministero dell’Università e della ricerca per ripartire l’80% della parte premiale del fondo di finanziamento ordinario per gli atenei

L’università di Trento è ai primi posti nella classifica degli atenei italiani per la qualità della ricerca. La notizia è arrivata mercoledì 13 aprile dall’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario (Anvur).

La valutazione - che classifica gli atenei statali suddividendoli in quattro classi di riferimento in base al numero di prodotti presentati - riguarda la qualità dei prodotti presentati sia dal personale accademico permanente, sia dal personale neoassunto o di recente promozione. 

Una valutazione importante che, oltre a fornire una fotografia della ricerca italiana, sarà utilizzata dal ministero dell’Università e della ricerca per ripartire, già dal 2022, l’80% della parte premiale del fondo di finanziamento ordinario e per individuare i dipartimenti degli atenei statali italiani che potranno competere per ottenere un finanziamento straordinario destinato a sostenere un progetto di ricerca e sviluppo quinquennale.

L'università di Trento - che nel suo quartile si è piazzata al primo posto - ha partecipato con 666 docenti, ricercatrici e ricercatori accreditati che hanno presentato 1.808 prodotti valutabili e 7 casi di terza missione. Per quanto riguarda i prodotti di tutti i ricercatori (personale permanente e neoassunto) l’ateneo trentino era stato raggruppato insieme ad altri 14 atenei (Napoli Parthenope, Venezia Cà Foscari, Ferrara, Bergamo, Marche, Piemonte orientale, Brescia, Chieti e Pescara, Insubria, l’Aquila, Foggia, Salento, Sassari, Basilicata).

Per i restanti profili (dottorati di ricerca e terza missione) la classifica generale vede rispettivamente l’università di Trento all’ottavo posto per il profilo C relativo a chi ha conseguito il dottorato di ricerca e al ventesimo per il profilo D, riguardante la terza missione (i progetti che hanno un impatto significativo sulla società).

“Il nostro ateneo è in costante miglioramento, alla luce delle performance dei nostri giovani ricercatori e ricercatrici, neoassunti o che hanno avuto avanzamenti di carriera, che con le loro pubblicazioni alzano ulteriormente la qualità media della produzione scientifica”, ha commentato con soddisfazione il rettore Flavio Deflorian.

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