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Solidarietà trentina, nasce Cipu per l'Ucraina: di cosa si tratta

Sempre più realtà, in Trentino come in tutta Italia, aprono le braccia ai rifugiati e organizzano raccolte di beni di prima necessità

Sono sempre più numerose le realtà che offrono aiuto e organizzano raccolte di beni di prima necessità per il popolo ucraino in Italia. In Trentino, ad Ala per la precisione, al fianco di tutte quelle realtà già esistenti e attive, è nato un comitato di iniziative per rispondere all'emergenza Ucraina. si chiama Cipu (Comitato Iniziative Pro Ucraina), ne fanno parte diverse associazioni alense e lo coordina l'assessora alle politiche sociali Francesca Aprone. Il suo scopo è unire le forze di solidarietà sul territorio. Si stanno preparando due punti raccolta di beni di prima necessità e sono stati aiutati i primi profughi. Il Comitato ha proposto a Cinformi l'Handycamp di Ronchi quale punto di accoglienza.

Sono sempre più numerose le tragiche immagini che arrivano da fine febbraio dall'Ucraina. Lo scoppio della guerra ha lasciato sgomento il mondo intero che sta cercando di sopperire alla grave emergenza umanitaria conseguente a quanto sta accadendo. Tra le già molte iniziative che stanno nascendo per aiutare il popolo ucraino, la giunta di Ala, insiema all'assessora alle politiche sociali Francesca Aprone, dai primo giorni in cui è iniziata la guerra ha deciso di attivarsi per creare un comitato di coordinamento locale, affinché tutti i rivoli delle diverse iniziative, spesso spontanee, possano convergere un unico canale, e per dare informazioni coerenti e verificate a chi vuole attivarsi e aiutare.

La risposta delle associazioni all'iniziativa di Aprone è stata forte e massiccia: al primo incontro del Comitato Iniziative Pro Ucraina, tenutosi lunedì 28 febbraio, la sala consiliare era era gremita. Fanno parte di questo primo nucleo di coordinamento sezione Alpini, Nuvola, Trentino Solidale, Essere Pane, Caritas, oratorio di Ala, Stella d'Oro, Pro Loco, Villalta in Festa, Fil de Seda, Ala per Chernobyl, Scout, Cas Ronchi. Era presente anche il comandante dei Carabinieri di Ala, Roberto Bau, che ha inquadrato la situazione, anche dal punto di vista della sicurezza e dei controlli. Si è riusciti anche a coinvolgere alcune donne ucraine, residenti ad Ala da diverso tempo, come interpreti: si sono messe a disposizione dei Carabinieri e per l'accoglienza dei profughi. Il neonato comitato ha già individuato due punti raccolta di beni di prima necessità: uno sarà all'oratorio di Ala, l'altro è in via di definizione. Prima di tutto però si dovrà verificare esattamente i bisogni (quali beni sono davvero necessari) e avere la certezza di poterli effettivamente consegnare in un paese che ora è in guerra.

Il Cas Ronchi ha immediatamente messo a disposizione l'Handycamp per l'accoglienza dei profughi. Aprone ha comunicato al Cinformi (l'ente scelto dalla Provincia per gestire l'emergenza profughi ucraini) la disponibilità della struttura e la possibilità di inserirla nei punti di accoglienza che verranno predisposti dalla Provincia. Ala per Chernobyl, inoltre, conta su una rete di famiglie che – fino alla pandemia – accoglieva periodicamente bambini dalla Bielorussia; si sta verificando quante possano essere già pronte ad ospitare profughi.

“Quello che sta succedendo in Ucraina - dichiara il sindaco Claudio Soini - è per noi motivo di tristezza e preoccupazione. Accade nel cuore dell'Europa: esprimo la vicinanza mia e dell'amministrazione al popolo ucraino, con la speranza che tutto questo finisca al più presto. Ringrazio le associazioni per la sensibilità che ancora una volta hanno saputo dimostrare”.

“Ho deciso di promuovere questo coordinamento - spiega Francesca Aprone - per evitare la dispersione delle forze in iniziative singole “a spot”, e concentrare la raccolta dei beni in due punti di stoccaggio, dislocati sul territorio. Qui diremo chiaramente cosa serve, verificandolo con chi ha i contatti con la popolazione in Ucraina”. Consegnare i beni in Ucraina è tutt'altro che semplice e si è in contatto con le poche realtà trentine che possono effettivamente arrivare nel paese in guerra. Si vuole evitare raccolte “improvvisate”, che poi rischiano di non arrivare a destinazione o rivelarsi poco utili.

Ad Ala sono già arrivati i primi profughi, giunti in Vallagarina con mezzi propri o di fortuna: si tratta di alcuni nuclei familiari, in gran parte donne e bambini. Si è riusciti, nonostante mancasse ancora un protocollo definito, ad attivare le verifiche sanitarie (si è ancora in pandemia, come se non bastasse la guerra) ed espletare i primi adempimenti burocratici per la regolarizzazione del loro status; per ora sono stati trovati degli alloggi temporanei, in attesa della definizione dei luoghi adatti all'accoglienza da parte della Provincia, tramite il Cinformi.

La rete di associazioni è aperta ad altre realtà che volessero mettersi a disposizione. Le possibili iniziative del gruppo potranno essere preparazione di pasti, traduzioni, animazione per bambini. L'emergenza Ucraina sta sconvolgendo il mondo, e Ala si sta facendo trovare preparata e pronta ad aiutare.

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