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Tunnel del Baldo? "Riverserebbe altro traffico nel collo di bottiglia della Gardesana"

Dall'Ò: "La vera soluzione è la progressiva diminuzione del traffico a motore privato turistico"

Il traforo del Monte Baldo tra Trento e Verona è tornato tema di attualità. Il progetto pensato per dare maggiore respiro alla viabilità del lago di Garda, soprattutto nei mesi estivi, sta facendo discutere parecchio politici, oltre che attivisti locali e nazionali

La proposta arriva dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e che già nel 2019 aveva trovato il favore dei sindaci trentini di Avio, Ala, Brentonico, Dolcè, Ferrara di Monte Baldo, Brenzone, Brentino Belluno, Torri del Benaco e Malcesine, ai quali si è poi aggiunta la Regione Veneto. Il progetto prevederebbe la realizzazione di una galleria di 12 chilometri a due canne, che partirebbe grosso modo dal casello autostradale di Ala-Avio per terminare nella zona di Malcesine e Brenzone: un intervento che dovrebbe venire a costare tra i 900 milioni e il miliardo di euro. 

Come riporta VeronaSera, uno dei problemi dunque è senza dubbio quello di trovare i finanziamenti, ma non tutti vedono in questa opera la soluzione ideale per i problemi legati alla viabilità lacustre, soprattutto per il suo impatto sul territorio.

Dopo le critiche dei giorni scorsi infatti, è arrivata anche quella del presidente del WWF Veronese Michele Dall'Ó, secondo il quale l'unica via percorribile è quella di puntare su una mobilità alternativa e sostenibile, considerando anche il fatto che il tunnel potrebbe portare ulteriore traffico sulle strade del Garda, che risulterebbero quindi ancora più intasate: "La discussione sul tunnel del Baldo è sempre stato un cavallo di battaglia del compianto alfiere del WWF Veronese Averardo Amadio, il quale si è sempre opposto, con ottime argomentazioni e in maniera risoluta, alla sua realizzazione. Sono passati alcuni anni da quelle battaglie e sono mutati drasticamente gli scenari: siamo in pieno Antropocene e il cambiamento climatico morde stretto alle caviglie. È di questi giorni la notizia del minimo storico raggiunto dal lago di Garda. Ebbene, con questi presupposti, per gli atavici problemi di traffico sulla Gardesana si ripropone la solita soluzione del tunnel da Ala a Malcesine, obsoleta e ormai fuori dal tempo, che riverserebbe ulteriore traffico nel collo di bottiglia proprio della Gardesana, amplificandone gli intasamenti. Il WWF Veronese crede invece ai piani di adattamento, di mitigazione e di resilienza che sono e saranno messi in atto per fare fronte ai cambiamenti climatici provocati dal riscaldamento globale del pianeta. E in questa ottica ravvisa che la vera soluzione è la progressiva diminuzione del traffico a motore privato turistico sulla strada Gardesana orientale. Da raggiungere progressivamente, realizzando parcheggi scambiatori negli entroterra a partire dai quali un sistema di trasporto integrato permette con mezzi pubblici a basso impatto ambientale, che gradualmente potranno diventare a trazione elettrica, di raggiungere agevolmente le varie località della riviera, da Peschiera a Malcesine e Riva. Accanto a ciò si potranno favorire la mobilità dolce ciclabile e potenziare le linee di navigazione. Concetti sviluppati e messi in pratica da anni nell'area dell'Europa del Nord, proprio la zona di provenienza della maggior parte dei turisti che sicuramente accoglierebbero con favore questi sforzi tesi a migliorare la vivibilità e non solo sul lago di Garda. È anche necessario rendersi conto che si deve porre un limite all’aumento senza fine dell’impatto che il turismo in continua crescita manifesta sul territorio nella forma di costante consumo del suolo, di inquinamento atmosferico e delle acque e di perdita della biodiversità".

Fonte: Veronasera.it 

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