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Chiusi gli uffici di tre circoscrizioni: cosa succede e la reazione delle Acli

Condivisibili, per le Acli, i motivi che hanno portato alla chiusura temporanea nelle tre zone, è il metodo adottato per i tagli che non è piaciuto

Gli uffici delle circoscrizioni di Meano, Bondone e Sardagna, dall'8 febbraio 2022, resteranno chiusi al pubblico fino a nuova comunicazione. L'avviso era stato pubblicato dal comune di Trento, i motivi erano da ricercare nell'emergenza sanitaria in atto. La notizia, come spiegato dai presidenti Luca Oliver (Acli trentine), Franco Casarotto, (Acli Sopramonte), Piergiorgio Degasperi (Acli Sardagna), "ha destato forti perplessità nei residenti e in particolare tra la popolazione anziana e delle fasce più deboli e vulnerabili". 

Una nota, quella inviata dalle Acli a una settimana dalla chiusura degli uffici e attraverso la quale i presidenti si fanno carico delle proteste raccolte tra i cittadini contrari alla decisione. Nella nota, Oliver, Casarotto e Degasperi dichiarano di volersi fare parte attiva nel rivendicare una maggiore attenzione verso questi sobborghi e soprattutto per ribadire la necessità di un altro metodo di lavoro.

"Da un primo confronto con l’assessora competente Mariachiara Franzoia è emerso come la comunicazione della chiusura sia avvenuta in modalità discutibili dal punto di vista formale e soprattutto senza una preventiva campagna di ascolto e di coinvolgimento della popolazione - spiegano i presidenti -. Pur comprendendo l’esigenza di razionalizzazione dei servizi, imputabile alla difficile situazione gestionale del personale dovuta alla pandemia, le Acli non condividono il metodo secondo il quale il taglio dei servizi debba riguardare solo alcuni sobborghi e non, come sarebbe più logico, attraverso un’equa ripartizione della riduzione del servizio".

Come sottolineato dalle Acli, un’area come quella del monte Bondone ora si trova completamente scoperta per quanto riguarda i servizi amministrativi rivolti al pubblico. Un cambiamento che avrebbe portato, così come si legge nella nota a "Gravi disagi per una popolazione che comprende diverse migliaia di persone che oggi devono recarsi presso gli uffici di Trento".

Seppure siano state comprese e siano anche condivisibili le motivazioni che hanno portato alla scelta, il fatto di non aver distribuito le risorse tra tutte le zone è stato considerato "discriminatoria" per quella parte di popolazione che si trova a non avere determinati servizi oggi e che teme che questa chiusura possa rivelarsi definitiva. Al momento si tratterebbe solo di una chiusura temporanea, lo ha scritto a chiare lettere il comune di Trento sul sito. 

Le Acli hanno poi ricordato l'impegno costante del movimento verso una politica di presidio del territorio, delle vallate e dei quartieri urbani, oltre all'iniziativa di rigenerazione sociale per la quale si era fatto promotore e che è stato denominato “Ricostruire comunità”. Un'iniziativa portata avanti in piena collaborazione con le associazioni e le istituzioni della città ad iniziare, appunto, da alcune circoscrizioni.

"Riteniamo fondamentale rilanciare l’attenzione dell’amministrazione civica nei confronti dei sobborghi e delle circoscrizioni, intese come presidi territoriali fondamentali - concludono i tre presidenti -, garantendo fin da subito tutti i servizi alla popolazione ed incentivando tutte le forme di collaborazione per la rivitalizzazione della comunità locale. Le Acli chiedono pertanto al Comune di Trento la garanzia totale dell’immediata riapertura dei servizi amministrativi rivolti ai residenti presso tutte le circoscrizioni".

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