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Trento, «Siamo a terra» ristoratori e pubblici esercizi trentini scendono in piazza

Le associazioni di categoria, oltre all'ordinanza di Fugatti che estende di due ore in più l'apertura di bar e ristoranti, chiedono sostegno immediato

C’è anche Trento tra le 24 città italiane che mercoledì 28 ottobre ospiteranno la manifestazione di Fipe (Federazione italiana dei pubblici esercizi), «Siamo a terra». Da Confcommercio hanno sottolineato che sarà una manifestazione ordinata, silenziosa, senza eccessi, per ribadire che il settore dei pubblici esercizi e della ristorazione sta soffrendo molto le limitazioni imposte dalla normativa anti-covid. «Bene le scelte della giunta provinciale – dicono i presidenti delle due associazioni di categoria aderenti a Confcommercio Trentino – ma le perdite sono percentuali a doppia cifra. E per il futuro c’è poco ottimismo».

Il video della protesta con l'Inno di Mameli

L’ora di ritrovo è fissata alle 11.30 in piazza Duomo, a Trento. Lì ristoratori e pubblici esercizi trentini metteranno in scena una protesta civile ma risoluta. Rispettando tutti i protocolli di sicurezza e le disposizioni previste da leggi, Dpcm e ordinanze, gli esercenti stenderanno a terra le tovaglie dei loro locali e incroceranno le braccia per mezz’ora: l’obiettivo è fornire una rappresentazione efficace della situazione delle imprese. Ieri il governatore trentino Maurizio Fugatti ha emanato un’ordinanza nella quale consente agli esercizi della provincia orari di apertura più lunghi rispetto a quanto previsto dall’ultimo dpcm di Conte. Ma anche questa misura, pur apprezzata dalla categoria, secondo i gestori va accompagnata da adeguati ristorni e sostegni alle aziende.

«Bene l’ordinanza di Fugatti – spiega il presidente dell’associazione ristoratori trentini Marco Fontanari – ma le aziende sono comunque messe a dura prova da troppi mesi: la parentesi della stagione estiva non riuscirà ad evitare che moltissime imprese chiudano i bilanci in forte perdita. Con questa manifestazione, che intendiamo svolgere rispettosamente ma con convinzione, chiediamo di porre l’attenzione sulla nostra categoria: abbiamo bisogno di sostegno, di risorse e strumenti per continuare ad esistere. Il settore, in Trentino, conta oltre 3.500 aziende e dà lavoro a quasi 15 mila addetti».

«Abbiamo sempre rispettato tutti i protocolli – commenta Fabia Roman, presidente dell’associazione dei pubblici esercizi del Trentino – e infatti i nostri locali sono sicuri, non sono focolai dell’epidemia. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra salvaguardia della salute pubblica e tutela dell’economia: non possiamo permetterci altri lockdown né altre limitazioni altrimenti sarà un disastro per la nostra categoria. Due ore in più non salveranno sicuramente i bilanci ma sono una boccata d’ossigeno molto utile. Ci aspettiamo che gli aiuti promessi dal governo si traducano in azioni concrete e adeguate alla situazione».

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