Studenti in piazza anche venerdì: chiedono un altro modello di scuola
Chiare le rivendicazioni dei giovani: abolire l’ex alternanza scuola-lavoro, cura della salute mentale di studenti e studentesse; coinvolgere i giovani nelle scelte che li riguardano; attenzione all’edilizia scolastica
Tornano in piazza a scioerare gli studenti del Coordinamento studentesco di Trento, venerdì 18 febbraio. Studenti e studentesse scenderanno in piazza per chiedere un altro modello di scuola. Dopo l’assemblea nazionale di Roma del 5 e 6 febbraio, infatti, in tutta la penisola migliaia di giovani hanno scelto il 18 febbraio come data di sciopero nazionale studentesco.
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“Da anni come studenti e studentesse ci mobilitiamo contro un modello di scuola costruito a immagine e somiglianza di un modello basato sullo sfruttamento e sulla competizione - spiegano dal Coordinamento -. Il governo attuale, così come quelli che si susseguono da decenni nel nostro paese, continua a disinteressarsi della nostra condizione come giovani studentesse e studenti, continua a reagire alle mobilitazioni studentesche prima con l'indifferenza e poi con la forza delle cariche e della repressione poliziesca.”
Il riferimento è alle numerose manifestazioni che in tutta Italia sono state lanciate dopo la morte del diciottenne Lorenzo Parelli, ucciso da una putrella durante il suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro. Manifestazioni in cui si sono accesi alcuni scontri, con la dura (sproporzionata secondo chi era in piazza) reazione delle forze di polizia contro gli studenti.
Le rivendicazioni dei giovani sono chiare: abolire i cosiddetti Pcto, l’ex alternanza scuola-lavoro introdotta dalla “Buona Scuola” di Renzi; dare maggiore rilievo alla salute mentale di studenti e studentesse; coinvolgere i giovani nelle scelte che li riguardano, prima fra tutti l’esame di maturità, modificato all’ultimo dal ministro Bianchi, nonostante il parere contrario del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Ma ancora, si punta il dito ad un’edilizia scolastica descritta come "pericolante e pericolosa" da chi vive la scuola tutti i giorni, anche dal punto di vista pandemico.
“La pandemia - continua il Coordinamento - ha evidenziato in modo molto chiaro la necessità di più spazi per gli studenti e studentesse, spazi che siano luogo di confronto, spazi autogestiti dagli studenti stessi. Dobbiamo ripensare la scuola non solo come luogo dove vengono impartiti saperi tradizionali in modo frontale e nozionistico ma come luogo di cura, relazione e socialità. Luogo dove prenderci cura degli altri e delle altre e confrontarci”.
Venerdì in tantissime città migliaia di studenti e studentesse si mobiliteranno per la scuola. A Trento il Coordinamento Studentesco, che nelle settimane precedenti si è mobilitato a seguito della morte del giovane Lorenzo, ha organizzato una manifestazione che partirà alle 8.30 da Piazza Fiera. E assieme alle giovani del Coordinamento ci saranno anche i collettivi di tante scuole della città, che hanno deciso di aderire allo sciopero nazionale.