Trento, pubblico impiego: martedì la manifestazione in piazza
È scontro fra i sindacati e il presidente della Provincia
Martedì 26 ottobre si terrà una grande manifestazione di piazza Dante a Trento, dalle 10, per chiedere la giusta attenzione ai comparti pubblici trentini: "riconoscimento della dignità dei dipendenti di Autonomie Locali (PAT, Comuni, APSP), Sanità, Scuola e Formazione Professionale, Ricerca e stanziamento delle risorse per i contratti nella manovra di bilancio 2022".
Forte la denuncia dei sindacati: "Su pubblico impiego, sanità, case di riposo, scuola e formazione professionale da oltre 18 mesi continua la pressione per assicurare salute, istruzione, sostegno alle fasce più deboli, ora i progetti del Pnrr". Le varie firme che aderiscono alla manifestazione parlano di "fase cruciale" per la ripresa che va affrontata riconoscendo il ruolo del servizio pubblico, rafforzandolo e sostenendolo in un processo di innovazione prima di tutto culturale, tecnologico e digitale.
Una consapevolezza che, a detta dei sindacati, sarebbe chiara nell’Agenda di Governo, a partire dal Patto per il Lavoro Pubblico del 10 marzo e dal Patto per la Scuola del 20 maggio, sino ai tavoli per il rinnovo di tutti i contratti pubblici, dove sarebbe in trattativa non solo della ripartizione delle risorse stanziate, ma anche della revisione degli ordinamenti professionali e di lavoro agile.
"In Trentino non è così - affermano i sindacati -. La Giunta Fugatti sta esercitando il suo mandato con un chiaro pregiudizio nei confronti dei dipendenti del sistema pubblico trentino, immutato anche di fronte alla pandemia che ha reso evidente come sanità, case di riposo, assistenza sociale, scuola, formazione professionale, sicurezza, e tutti i servizi provinciali, comunali e delle comunità di valle costituiscano un baluardo imprescindibile per garantire servizi pubblici universali".
Numerosi gli atti che certificano la qualità di Sanità, Scuola, Ricerca e P.A. del Trentino: "dalle analisi contenute nel Piano Strategico della Giunta per l’adozione del lavoro agile alla Cgia di Mestre, dall’Institutional Quality Index all’ultima edizione dell’EQI, ai risultati delle valutazioni e autovalutazioni del sistema di istruzione provinciale. Evidenze incassate con soddisfazione dal Presidente Fugatti che tuttavia non ha fatto alcuna autocritica sulle scelte sin qui perseguite, a partire dall’attacco all’orario di lavoro della scorsa estate".
La critica mossa dai sindacati alla Provincia si inasprisce ancora di più sul tema del rinnovo dei contratti, affermando che non esisterebbero alibi per non agire. "Lo Stato - ricordano i sindacati - ha coperto il minor gettito degli anni 2020 e 2021, imponenti le ultime manovre provinciali (600 milioni tra bilancio e assestamento nel solo 2021), segnali importanti di ripresa nel secondo trimestre 2021 (fatturato complessivo +36,5%), finanziamenti straordinari dal Pnrr. Cade quindi l’alibi della presunta insostenibilità dei rinnovi contrattuali, anche perché – se corrispondesse al vero - si porrebbe il tema della sostenibilità politico-istituzionale della stessa Autonomia per i servizi da assicurare in forza dello Statuto Speciale e per le tante funzioni delegate dello Stato".
Una manifestazione dove viene ribadita la necessità di "cambiare rotta, ad evitare un periodo di conflittualità di cui non c’è davvero bisogno, ed assicurare al territorio coesione sociale e le necessarie risorse per affrontare adeguatamente le sfide storiche (e le opportunità) che abbiamo di fronte, rivedendo reclutamento e fabbisogni, accesso alle professioni, valorizzando il lavoro dei tanti professionisti dei settori pubblici (infermieri, oss, funzionari, tecnici, operai, professionisti, personale della scuola e della formazione professionale) affinché il settore pubblico eserciti appieno il proprio ruolo di volano per la ripresa sanitaria, economica e sociale del territorio".
La posizione della Pat: "lavoro al centro"
Dall'ufficio stampa della Pat, nel pomeriggio di sabato 23 ottobre, era arrivato un comunicato dove veniva sottolineata l'attenzione della stessa sui temi del lavoro.
“L’attenzione della Provincia autonoma di Trento ai temi del lavoro è sempre stata massima, e lo è in modo particolare in questa legislatura che si è trovata ad affrontare un incredibile acceleratore dei processi qual è stata (ed è tutt’ora) la pandemia”. Ad affermarlo è il presidente della Provincia autonoma di Trento in relazione al dibattito alimentato da una parte dalle associazioni di categoria, dall’altra dalle organizzazioni sindacali che - da prospettive ovviamente diverse - pongono giustamente il tema di quali scenari di sviluppo si esploreranno per garantire al Trentino i livelli di eccellenza e qualità che conosciamo. “Tra questi scenari, quello legato al lavoro occupa una posizione di vertice”, afferma il presidente che aggiunge: “Abbiamo già indicato alcune direttrici che si concretizzeranno ulteriormente a breve, in fase di predisposizione della prossima manovra di bilancio ed è proprio in quella sede che si darà una risposta anche al tema del rinnovo del contratto del pubblico impiego”.
All’inizio del 2020 le modalità per affrontare l’argomento erano state codificate in un protocollo siglato con i sindacati confederali. “Non credo - commenta il presidente della Provincia - che, in cuor loro, i vertici delle organizzazioni sindacali temano che i patti non vengano rispettati. Ribadisco comunque che la Giunta provinciale intende concretizzare il suo impegno già con questa manovra di bilancio. Infatti la negoziazione in atto con lo Stato - gli incontri continuano e l’ultimo confronto con il responsabile del Ministero delle finanze è di pochi giorni fa - ci consente di guardare alla tematica del rinnovo del contratto con fiducia, ma sempre all’interno di un cauto pragmatismo. Posso pertanto confermare che la strada è tracciata e la percorreremo”.