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Malamovida, nuova ordinanza di Ianeselli: comitato antidegrado deluso

Il comitato: "Sempre più persone chiedono di associarsi a noi, la questione riguarda altre 7-8 zone della città, anche periferiche"

Mala-movida e degrado, continua il braccio di ferro tra il comitato antidegrado città di Trento e l'amministrazione comunale. Dopo che le parti si sono incontrate il 28 aprile, il sindaco di Trento, Franco Ianeselli ha firmato una nuova ordinanza anti mala-movida, nella quale impone il divieto di vendere alcolici da asporto tra le 24 e le 7 nella zona di Santa Maria Maddalena e l'obbligo di assumere personale addetto ai servizi di controllo. Un provvedimento ritenuto "equilibrato" da Ianeselli e "che non punisce la socialità ma neppure lascia le cose come stanno". Eppure il comitato antidegrado si è detto deluso, amareggiato e anche arrabbiato per questa "non soluzione", per un'ordinanza che per loro si rivelerà "totalmente insufficiente" nel primo mese di applicazione.

Il problema della mala-movida 

Degrado e malcontento non sono una novità in quella zona. Fiumi di immagini e video circolano tra i gruppi whatsapp e su altri social, non solo condivisi da residenti, che immortalano giovani che sporcano i muri, rilasciano urina e feci in giro, urlano e ascoltano musica a tutto volume non curanti delle persone che lì vivono, lavorano e utilizzano quei luoghi di giorno. C'è infatti anche la realtà di chi, al mattino, da tempo deve recarsi al lavoro prima per poter controllare la situazione e ripulirla nel caso in cui sia stata sporcata. "Per salvaguardare il divertimento, non si può sacrificare il diritto al riposo delle persone e il rispetto delle regole - continuano dal comitato -. Noi non vogliamo che chiudano i locali, ma che a un certo orario finisca, permettendo a tutti di riposare e che la città non venga sporcata in quel modo. La convivenza è possibile: siamo favorevoli alla movida fino a mezzanotte, poi le strade si separano. Chiediamo anche che non venga deturpata la città. Tante volte abbiamo trovato anche i loro escrementi, lasciati su quei bellissimi marmi che rischiano di essere anche rovinati".

Trento in zona bianca, un'altra notte di movida

Divertimento e rispetto

Se da una parte c'è chi grida al "diritto allo svago", dall'altro c'è chi rivendica quello di poter vivere nel decoro e rispettando le regole. Il comitato ha continuato a ribadire che non è una questione di non volere la vita notturna o di un desiderio di desertificare la città, ma di dare delle regole per convivere tutti insieme. Durante la riunione di fine aprile è stata affrontata la questione dei chioschi che dovrebbero aprire in aree non residenziali e dove spostare la movida. "Ci è stato confermato - raccontano dal comitato - che nelle aree del parco delle Albere e di piazza Dante,ci saranno dei chioschi per i quali sono stati vinti già i bandi, che dovrebbero diventare spazi alternativi dove il popolo della notte possa continuare la propria festa creare disagi ai residenti. Ci è stato anche confermato dalla sindaca della notte che verranno anche aperti altri chioschi in aree non residenziali per moltiplicare le possibilità".

Movida a Trento, 16 giugno

Il malcontento del comitato

"Il comune ci risponde con una vera e propria provocazione - conclude il comitato -, moltiplicando la movida ovunque dopo la mezzanotte. Lasciando che gli stessi bar continuino a rimanere aperti fino all'ora che vogliono, in qualche caso anche fino alle 4 e facendo credere di alleggerire in tal modo la pressione della mala-movida nelle zone residenziali. Il comitato antidegrado continuerà quindi a documentare con foto e video che questa pseudo-soluzione non risolve nulla, anzi, lascia ancor più margini ai comportamenti illeciti, in quanto le zone sulle quali serviranno controlli saranno troppe rispetto alle scarse risorse delle forze dell'ordine".

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