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Sabato, 20 Aprile 2024
La questione

Professionisti sanitari in fuga? Nursing up: "Allarme rosso, servono interventi strutturali"

Il sindacato torna a far sentire la sua voce, perché ritiene necessario intervenire, sia per chi lavora, sia per chi ha bisogno dei servizi pubblici nel settore

Per continuare a garantire la qualità trentina nel mondo sanitario, servono più agevolazioni e benefit a infermieri e oss, servono interventi strutturali. È quanto sostiene Cesare Hoffer, coordinatore provinciale di Nursing up Trento. Certo, quanto accaduto in autunno del 2021 ha portato risultati soddisfacenti, ma per il sindacato è ora tempo di agire per non perdere personale e non compromettere la qualità dei servizi.

Cos'è accaduto in autunno

La mobilitazione sindacale iniziata in autunno e culminata con la grande manifestazione di ottobre 2021 a Trento aveva portato nel mese di dicembre alla stipula del protocollo d’intesa con la Giunta provinciale e allo stanziamento di risorse economiche nella legge di bilancio per il rinnovo contrattuale. Il tutto ha poi reso possibile la firma in Apran sui tre importanti accordi, il quarto che riguarda gli incentivi covid è in itinere, e che porteranno dei riconoscimenti economici in busta paga tempi diversificati (estate ed autunno).

Gli accordi

Gli accordi raggiunti riguardano in primis gli aumenti contrattuali del 5% sullo stipendio tabellare, la nuova indennità di vacanza contrattuale, gli incentivi covid per i professionisti sanitari e gli Oss, una fascia economica aggiuntiva, gli arretrati Cccpl per il triennio 2019-2021. L’accordo sottoscritto sulle nuove indennità al personale infermieristico/sanitario ed Oss e gli incentivi per il personale dei pronti soccorsi, ha previsto che saranno erogate economicamente in analogia a quanto definito dalle norme nazionali.

"Gli accordi che abbiamo sottoscritto - spiega Cesare Hoffer di Nursing up - sono sicuramente dei positivi passi in avanti e danno una prima concreta risposta al grande sacrificio e professionalità dimostrata dai professionisti sanitari dell’azienda sanitaria, ma non possono essere di certo considerati risolutivi. La grave crisi nella quale versa il personale infermieristico e i professionisti sanitari, dove quotidianamente sempre più nostri colleghi si licenziano per approdare alla libera professione, alle strutture priviate o in alcuni casi abbandonano la professione, rende sempre più necessaria l’adozione di una pluralità di interventi, sia contrattuali che non, volti ad attirare e trattenere infermieri e professionisti sanitari nel pubblico impiego".

Cosa chiede il sindacato

Il sindacato chiede quindi che ci sia una revisione contrattuale degli ordinamenti professionali (in atto a livello nazionale), che garantisca delle aree di sviluppo professionale verso l’altro per tutti i professionisti sanitari, che riconosca i titoli acquisiti e le responsabilità in maniera adeguata, così come accade per altre professioni. Fondamentale sarà la revisione della parte normativa, che dovrà revisionare istituti contrattuali che permettano al professionista di conciliare la vita privata con quella professionale, pensiamo al part-time, l’orario di lavoro, la tutela materno-infantile ed il diritto alla disconnessione.

"Abbiamo ripetutamente proposto alle istituzioni l’adozione di una politica di benefit - prosegue Hoffer -, che preveda ad esempio appartamenti ed asili nido a prezzo agevolato per i professionisti sanitari e la formazione ecm a carico dell’azienda sanitaria. La provincia di Bolzano e alcuni stati europei stanno offrendo condizioni economiche e lavorative migliori delle nostre, come potremmo essere competitivi in un sistema ormai di caratura 'europea' se non ci dotiamo di adeguati strumenti per trattenere il personale nel pubblico impiego? Il valore universalistico della sanità pubblica, basato sull’appropriatezza delle cure, è sempre più in crisi, a favore invece dell’iniziativa privata".

I rischi del non agire

Nell'analisi del sindacato, senza nuovi provvedimenti delle istituzioni, a pagare le eventuali conseguenze che potrebbero arrivare, saranno i cittadini e in particolare quelli degli ospedali di valle. E questo perché, nello scenario descritto da Hoffer, i servizi garantiti in termini di prossimità rischierebbero di essere sottodimensionati. C'è poi la necessità di prestare attenzione ai carichi di lavoro che potrebbero gravare sulle spalle del personale infermieristico ed Oss, "già sfinito da due anni di pandemia e costantemente sotto organico - conclude Hoffer -. Noi le nostre proposte le abbiamo fatte a più riprese, per noi 'servizio pubblico' è sempre stato sinonimo di garanzia e qualità di cura nei confronti del cittadino. Ora ci aspettiamo di essere convocati ai tavoli provinciali ed aziendali, il confronto con il sindacato si agisce nei fatti e non soltanto con delle belle parole sui giornali, noi abbiamo tanto da dire e da proporre, chiediamo soltanto di essere ascoltati, visto che sulle nostre spalle si regge di fatto il peso della sanità trentina".

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