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Trentamila forme di Trentingrana a 200 metri sottoterra

La sperimentazione nelle cave di dolomia durerà almeno 12 mesi. È la prima mai realizzata in questo campo

Trentamila forme del formaggio duro simbolo dell'eccellenza trentina a 200 metri sottoterra nelle cave di dolomia del gruppo Miniera San Romedio. È la sperimentazione - la prima mai realizzata in questo campo - del Consorzio per la salvaguardia del territorio. Le prime 160 forme di Trentingrana riposeranno per un anno nel cuore della montagna. L’obiettivo è arrivare a circa 30mila forme stoccate entro il 2025 rispetto alle 100mila conferite annualmente dai caseifici associati. 

Un modo per riutilizzare le cave, risparmiare suolo e ridurre i consumi di energia. Un progetto che "nell’utilizzare in maniera sostenibile la montagna, mira alla tutela dell’ambiente e rafforza la sinergia tra realtà agroalimentari trentine", ha spiegato il presidente di Trentingrana Consorzio dei caseifici sociali trentini durante la cerimonia ufficiale di avvio del progetto martedì 19 aprile.

La sperimentazione, inoltre, potrà aprire le porte a ulteriori test dei prodotti caseari a pasta dura e semidura della gamma del Consorzio, come ad esempio il Mezzano Trentino delle Dolomiti e il Vezzena del Trentino. Poco più in là nella cava si trovano già le celle di conservazione delle mele Melinda e la cantina dello spumante Altemasi Trentodoc di Cavit: tutti prodotti di vertice dell’agricoltura trentina cooperativa. 

Trentingrana in grotta, il progetto

Per ora sono state allocate 160 forme di Trentingrana che, da oggi, riposano all’interno della montagna. In Val di Non, nel territorio del Comune di Predaia, si trova infatti la miniera di dolomia del gruppo: oltre 80 ettari in superficie e, nel sottosuolo, una fitta rete di gallerie e cunicoli scavati per l’attività estrattiva della roccia dolomia pura, utilizzata nei prodotti del marchio e particolarmente indicata al restauro di pregio e alla bioedilizia.

Un luogo ideale per lo stoccaggio e la conservazione di prodotti alimentari, ma anche la possibilità di offrire nuova vita agli spazi sotterranei delle cave: un'economia circolare che fa del Trentino un esempio di sostenibilità. Utilizzano le grotte è infatti anche possibile ridurre i consumi di energia: la roccia è un isolante naturale le cui proprietà termiche aumentano con il tempo, a differenza di quanto accade per i magazzini tradizionali, e dove la temperatura rimane costante tutto l'anno a circa 12 gradi.

"La temperatura normale di stagionatura del Trentingrana è di circa 16-18 gradi, che verranno raggiunti attraverso un sistema di riscaldamento a pompe di calore", spiega il responsabile tecnico del progetto.

A presidiare sulla bontà dei formaggi in sperimentazione ci sarà una commissione valutativa che, a conclusione del progetto, effettuerà controlli e assaggi confrontando le 160 forme in stagionatura sottoterra con le loro gemelle lasciate a maturare nel magazzino di superficie, mentre un sistema automatizzato all’interno della cava si occuperà di rigirare e spazzolare regolarmente le forme. 

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