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"De san Giusep no se scalda pù el let": le tradizioni trentine nell'equinozio di primavera

Proverbi, riti e feste (purtroppo quest'anno sospese) nel giorno che segna l'arrivo della primavera

E' arrivato anche quest'anno il giorno in cui "no se scalda pù el let", come dicono i trentini. L'equinozio di primavera è uno dei momenti più importanti per il calendario contadino, data celebrata fin dagli albori della civiltà latina e legata a riti di passaggio che permangono anche ai giorni nostri. Uno su tutti è sicuramente, per quanto riguarda il Trentino, il 'trato marzo', ovvero il ritrovo dedicato ai 'coscritti', i giovani del paese, che in passato si ritrovavano su un'altura a passare insieme la notte scaldati da un falò e dal vin brulè per gridare ai quattro venti il nome delle 'putèle' da maritare.

Ma si sa, come dice il proverbio, che "al sol de marz e a l'amor de le putèle no se ghe crede". E' un sole ancora tiepido quello che scalda le giornate di marzo, come l'amore giovanile, viene e va, si accende e si spegne, e così fa il meteo: la classica "nevicata marzolina" dura infatti "dalla sera alla mattina" mentre l'equinozio porta finalmente stabilità sia nella scansione della giornata che nelle previsioni meteorologiche.

Il marzo "pazzerello" sembra concludersi con l'ingresso ufficiale nella primavera: la Festa di san Giuseppe, simbolo di solida e santa paternità, affidabile e saggio. La certezza, come vuole il proverbio dialettale, è una e una sola: "de San Giusep no se scalda pù el let". Il freddo può tornare ad insidiare le notti, tanto in montagna quanto nei fondovalle con le temibili gelate che tengono svegli i contadini pronti ad accorrere in soccorso ai frutteti, ma è ormai un cane che abbaia ma non morde, tanto per rimanere nella saggezza popolare. 

Sono tante le feste, purtroppo sospese in questo secondo anno di pandemia, che celebrano la data dell'equinozio. Nella città capoluogo, Trento, l'ultimo finesettimana era quello della famosa fiera. Chi non è mai andato a vedere gli animali nei padiglioni della fiera agricola? I bambini di città attendevano quel momento per vedere da vicino mucche, pecore, conigli e galline e magari portarsi a casa... un pulcino. La fiera era spesso un'occasione, per tante famiglie delle valli, per fare una rituale gita in città. A Mori la Festa di Primavera, anche questa purtroppo sospesa, ripropone addirittura i grostoi, tipico dolce trentino di carnevale, anche quando cade in piena Quaresima. Insomma, non ci sono santi che tengano, verrebbe da dire: è iniziata la primavera. 
 

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