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Giovedì, 25 Aprile 2024
La questione / Tione di Trento

Scuole musicali, sindacati: "Ora di cambiar musica". Bisesti replica: "Non generalizziamo"

Botta e risposta tra sindacati e l'assessore provinciale Bisesti sulla questione della scuola musicale di Tione, tra "bilanci 'secretati' e stipendi fermi al 2005. E gli scatti di anzianità sono sempre più in bilico"

Sulla questione dell’ammanco di 200mila euro alla scuola musicale di Tione i sindacati tornano a chiedere chiarezza. Diversi i punti toccati in una nota stampa di inizio ottobre della Cgil. “Nelle scuole musicali trentine - spiega Italo Giongo della Funzione Pubblica Cgil - il rinnovo economico dei contratti è fermo al 2005 e da allora si è aggiunta solo una piccola integrazione. Anche gli scatti di anzianità sono sempre più sotto accusa e la motivazione che viene data è sempre la stessa: ottemperare a tale obbligo manderebbe in crisi i bilanci”.

La richiesta avanzata alla Cgil da parte di alcune scuole sarebbe quella di firmare “contratti di prossimità” in deroga a quello di settore. “Alcune scuole - prosegue Giongo -, fra cui Tione, ci hanno chiesto di firmare contratti di prossimità che derogano al contratto di settore e tolgono risorse ai lavoratori. Come Fp Cgil abbiamo sempre cercato di opporci a questo tipo di contratti e abbiamo chiesto, per ragionare sul tema, di visionare i bilanci disaggregati: solo così potremo capire se è davvero il costo del personale a mandare in crisi il sistema. Ma questi dati non vengono mai forniti: né a noi né alla Provincia, che pure finanzia le scuole salvo poi scoprire che - vedi il caso di Tione - un’attenta occhiata ai bilanci sarebbe stata doverosa. Il problema purtroppo non finisce qui perché le scuole che hanno forma giuridica di cooperativa e/o associazioni spesso trovano tra i propri soci anche il personale; anche se come sindacato noi non vorremmo firmare questi contratti di prossimità, sono gli stessi lavoratori a chiederci di farlo, un po’ per la giusta preoccupazione di perdere il lavoro e un po’ perché convinti dagli amministratori”.

L'invito alla prudenza

I sindacati chiedono così ai lavoratori di ascoltare le indicazioni di prudenza: “forse il problema non sono i vostri stipendi - scrive ancora il sindacato -. Purtroppo una clausola contrattuale stabilisce che si parlerà di aumenti solo nel caso in cui ci siano disponibilità economiche. Qui viene il punto: come avere certezza che i denari non ci sono se il bilancio disaggregato non viene mai fornito né alla Cgil né alla Provincia che pure finanzia gran parte del sistema? Dal 2005 si sono perse almeno tre tornate contrattuali, il che equivale a un mancato aumento del tabellare attorno all’8-10%. Gli scatti di anzianità hanno in parte attutito questo gap economico (non per tutti visto che i neo assunti partono dal tabellare 2005) se ora si fa strada l’idea che bisogna bloccare anche questi, la Cgil non ci sta più: prima di tutto la chiarezza sui conti!”.

C’è tanta incertezza sul futuro di questo sistema, almeno nella valutazione dei sindacati. “Il sistema sta mostrando realmente la difficoltà a ‘stare in piedi’ nella forma che conosciamo: sia per i lavoratori che per gli amministratori. Siamo convinti che ormai non sia più procrastinabile una riforma complessiva del settore in Trentino - conclude Giongo -. È per questo motivo che chiediamo alla Giunta Provinciale di mettere nella propria agenda politica una riforma del comparto che rimetta al centro la musica, il suo insegnamento, il personale insegnante e non insegnante e le famiglie degli studenti. Il tutto confrontandosi anche con le parti sociali”.

La replica dell’assessore Bisesti

C’è apertura da parte dell’assessore Mirko Bisesti, ma anche un invito a non mettere in discussione un intero sistema per un solo caso, noto al momento, dissonante. “Siamo naturalmente disponibili a incontrare i sindacati per approfondire la situazione del comparto delle scuole musicali e discutere assieme delle prospettive per un rilancio di questo importante ambito formativo rivolto ai nostri giovani - afferma Bisesti -. Invito però a non utilizzare un episodio particolare, che è certamente grave e verrà chiarito nelle sedi opportune, per mettere in discussione la bontà del sistema di collaborazione pubblico-privato che il Trentino ha sviluppato e che in questi decenni ha dato risposte e opportunità ai ragazzi. Non si deve insomma fare di tutta l’erba un fascio, nell’intento pur condivisibile di difendere un sistema positivo che caratterizza il nostro territorio. Le responsabilità verranno chiarite dalle autorità competenti ma non va gettato discredito sui tanti lavoratori o direttori che fanno il massimo per le scuole e gli studenti”.

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