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Cos'è questa storia che spengono lo Spid

Le convenzioni tra governo e provider scadono ad aprile

Sì al dialogo con i fornitori di Spid per "lavorare a un'intesa nel miglior interesse di cittadini e imprese" e rinnovare le convenzioni, in scadenza il 23 aprile. Ma "tre strumenti di identità non semplificano la vita e costano allo Stato". Ad affermarlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione Alessio Butti.

Il tema dell'identità digitale è dibattuto visto che il 23 aprile 2023 scade la proroga che l'Agenzia per l'Italia Digitale aveva concesso agli attuali gestori del servizio Spid le cui convenzioni con i provider sono in realtà scadute a fine 2022. Il rischio è che il servizio diventato ormai fondamentale per accedere ai servizi della pubblica amministrazione possa essere spento per oltre 33 milioni di italiani.

Il problema è che i gestori dei provider stanno chiedendo allo Stato garanzie economiche per poter continuare a sostenere i costi di un servizio così vasto e capillare. Le società chiedono 50 milioni di euro e l'istanza è stata messa nero su bianco in una lettera di AssoCertificatori, che riunisce la maggior parte dei fornitori. La disponibilità del governo a trattare per raggiungere un accordo su una cifra intermedia c’è ed è stata esplicitata.

L'idea del governo è però quello di un vero documento d'identità rilasciato dal ministero dell’Interno, dotato di un microchip che memorizza i dati personali e biometrici del titolare quale solo strumento di accesso ai servizi online della Pubblica amministrazione.

"L'Italia - spiega il sottosegretario Butti- sta già sperimentando l'e-wallet, in anticipo rispetto ad altri Paesi europei. Ho parlato chiaramente della necessità di razionalizzare gli strumenti di identità digitale per avvicinarci al quadro europeo e semplificare la vita a cittadini e imprese. Noi abbiamo un percorso di identità digitale europeo in fase avanzata, che dobbiamo non solo seguire ma altresì anticipare per consentire ai cittadini italiani, il più velocemente possibile, di dialogare agevolmente con le pubbliche amministrazioni italiane ed europee". Alla domanda se si stia pensando a una app, modello green pass, su cui far convergere Spid e Cie, Butti ha risposto: "Dobbiamo eliminare le barriere di accesso per garantire a tutti la fruizione semplice dei servizi pubblici con un'unica chiave. Il nostro cellulare dovrà contenere servizi base, come l'identità digitale, titoli di studio o la patente di guida, ma anche i servizi avanzati come i sistemi di pagamento. Tutto questo per il solo obiettivo di rendere un servizio migliore a cittadini e imprese".

Fonte: Spid

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