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Amianto, in Trentino da bonificare ancora quasi 500 siti

Dal 2012 censiti oltre 1700 siti con materiale cancerogeno. Ecco come chiedere un sopralluogo

Si aggiorna la mappa dell'amianto in Trentino. I siti di materiale cancerogeno censiti su tutto il territorio provinciale a partire dal 2012 sono 1729, per circa 550mila metri quadrati di superficie. 821 siti sono stati bonificati, mentre per altri 145 la bonifica è in via di completamento. 467 sono ancora da bonificare e 441 da rivalutare.

I dati sono inseriti nell’aggiornamento dei beni contenenti amianto. I materiali pericolosi sono costituiti dalle coperture in cemento-amianto presenti sui tetti degli edifici sul territorio trentino, sia residenze che capannoni industriali, e che progressivamente sono oggetto dei lavori di smaltimento e riqualificazione delle superfici per i quali sono previsti contributi nazionali.

L’elenco fornisce il quadro aggiornato frutto dei nuovi sopralluoghi condotti dall’Unità operativa Igiene e sanità pubblica dell’Azienda sanitaria e di quanto i Comuni comunicano alla Provincia riguardo al processo rimozione di quanto già mappato nei provvedimenti precedenti. Le rimozioni possono avvenire sia d’iniziativa del privato cittadino proprietario che con ordinanza specifica del Comune.

Nell’ipotesi in cui ci sia una copertura sospetta non censita che determini un rischio per la salute, il Comune può richiedere un sopralluogo sul proprio territorio di competenza direttamente all’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Il Comune, inoltre, può richiedere un sopralluogo motivato anche per rivalutare un sito già censito nelle casistiche in cui si tema che l’immobile comporti un grave pericolo per la salute pubblica a seguito di un improvviso peggioramento dello stato di degrado.

Il censimento dei beni contenenti amianto è "un atto importante - dice l’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana - in materia di salute pubblica, con cui prosegue il lavoro di mappatura, monitoraggio e accompagnamento in Trentino per il progressivo smaltimento dei materiali pericolosi. Un’opera che vede la collaborazione tra i proprietari dei siti contaminati, Provincia, l’Azienda sanitaria e Comuni: tutelare i cittadini è la nostra la priorità".

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