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Sindacati e lavoratori davanti al Poli: «è ora di rinnovare il contratto integrativo per 900 dipendenti»

I sindacati chiedono un accordo unico per tutte le aziende del gruppo, l’adeguamento del premio di risultato e certezze sui part time volontari

Un'altra annosa situazione è stata riportata a galla dai sindacati trentini: le condizioni economiche del contratto dei dipendenti del supermercato Poli. Sindacalisti e lavoratori sostengono che «da dieci anni 900 dipendenti dei supermercati Poli non vedono adeguate le condizioni economiche del contratto aziendale» si legge in una nota. «Nonostante la società negli ultimi anni abbia consolidato le quote di mercato, realizzato nuovi punti vendita in provincia, aumentato il radicamento sul territorio e accresciuto il fatturato l’accordo integrativo, per quanto riguarda la parte della premialità, è rimasto bloccato. Eppure, il successo del gruppo è anche merito dell’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori».

Trento, presidio Poli 3 giugno (2)-2

Fino ad oggi a nulla sarebbero serviti i molteplici tentativi dei sindacati di aprire il confronto e arrivare ad un’intesa condivisa. I proprietari, stando a quanto raccontato dai sindacati, avrebbero sempre rifiutato di incontrare le delegazioni, demandando la trattativa ai propri consulenti, anche al termine di un anno difficilissimo che ha visto i lavoratori e le lavoratrici in prima linea nonostante la pandemia. «Un impegno che non ha ottenuto riconoscimento adeguato da parte del gruppo e che invece avrebbe dovuto spingere il Gruppo Poli ad un maggior ascolto dei lavoratori» affermano Paola Bassetti, Fabio Bertolissi e Stefano Picchetti di Filcams, Fisascat e Uiltucs insieme alla RSA. «Per questa azienda le relazioni sindacali sono un peso da evitare in ogni modo. Inconcepibile».

È anche per questa ragione che i rappresentanti delle tre sigle sindacali insieme ai componenti delle Rsa si sono trovati giovedì mattina davanti alla sede del gruppo, nel tentativo non solo simbolico di consegnare nella mano dell’amministratore delegato la loro piattaforma contrattuale. La trattativa per il rinnovo sarebbe naufragata a dicembre del 2020 di fronte all’assoluta «indisponibilità del Poli a presentare alle organizzazioni sindacali un quadro chiaro della situazione della società e alla pretese di rinnovare un contratto fotocopia per il successivo triennio» si legge ancora. I sindacati chiedono, invece, di aggiornare la parte economica e normativa dell’accordo. 

Tra le richieste, spicca anche quella dell’adeguamento dei criteri che definiscono il premio di risultato, da loro considerati obsoleti. «Il gruppo si è sempre dimostrato incapace di intraprendere uno schietto confronto nel merito e, senza addurre alcuna spiegazione, nei mesi scorsi ha interrotto la trattativa sull’argomento prima ancora che iniziasse» hanno continuato i sindacalisti. 

L'altra questione "spinosa" sarebbe quella dei part time. L’azienda, stando a quanto rilevato dai sindacati, li rinnoverebbe di anno in anno, mentre i sindacati puntano ad accordi a tempo indeterminato per i lavoratori e le lavoratrici che lo richiedono. In questo modo i dipendenti col tempo parziale si sentirebbero sempre in balia delle decisioni aziendali senza poter gestire con sicurezza la propria vita privata, la famiglia e i figli rimanendo a disposizione dell’azienda sperando in un rinnovo.

Tra le altre richieste c'è quella di una migliore programmazione delle variazioni orarie di aperture e chiusure, la revisione della maggiorazione per il lavoro festivo e domenicale. «Crediamo» concludono i sindacati «che un gruppo solido e che macina utili come Poli non possa continuare ad ignorare le richieste che arrivano dai loro lavoratori. Lavoratori e lavoratrici che sono anche artefici del buon andamento aziendale».

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