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Il caso

"Basta parlare della siccità sul Lago di Garda, così ci danneggiate"

Albergatori contro i giornalisti, accusati di danneggiare il settore con articoli dal phatos eccessivo. Ma intanto il Garda segna un nuovo record negativo

"Basta fare e farci del male da soli sul tema della siccità e della crisi idrica sul Lago di Garda: da 6 mesi a questa parte assistiamo a un fiorire pressoché continuo di articoli, interviste, dichiarazioni e in generale un’intera comunicazione che puntano sempre più volentieri sull’emergenza e la crisi".

Inizia così il comunicato congiunto di Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e Asat, l'Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento: si tratta di associazioni di categoria che rappresentano più di 1200 strutture alberghiere sparse su tutto il Benaco, per un totale di oltre 50mila posti letto e un fatturato vicino al miliardo di euro.

"Siamo ben consapevoli che il problema esista e ne sono informati anche la politica e gli organi preposti – si legge ancora nella nota, resa pubblica sabato mattina –, ma la sua narrazione va certamente cambiata e ridimensionata".

Secondo le associazioni, andrebbe innanzitutto sottolineato "che la questione non è solo nostra". Osservazione piuttosto lapalissiana, in quanto gli effetti del global warming si ripercuotono su tutto il pianeta Terra, di cui – dopo una veloce verifica – sembra far parte anche il Lago di Garda. Quello che non dicono è che il Nord Italia è particolarmente colpito da due anni di siccità senza precedenti, a differenza di tante altre zone del Centro e Sud Italia. Il 19 aprile, sul Benaco è stato superato al ribasso il minimo storico di 46 centimetri registrato dal 1950, ovvero da quando vengono prese le misurazioni. E siamo in primavera, che dovrebbe essere la stagione più piovosa: cosa avranno mai da allarmarsi, questi giornalisti? Nel comunicato, gli albergatori si concentrano invece su situazioni di criticità in Germania, Spagna e Regno Unito. Come dire: se parlate del Garda, dite pure che il Lago di Costanza non se la passa poi bene. E il Lago Ciad in Africa, invece? Lo ignoriamo proprio del tutto?

"Il Garda non è ancora tra i bacini lacuali a rischio idrico – dichiara Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto –. Certo, questo non ci deve far cessare di tenerlo costantemente monitorato, ma siamo ben lontani dai toni allarmistici di questi ultimi mesi. Gridare a un Benaco in secca e postare foto degli scogli affiorati, non fa che generare un danno all'immagine e alla promozione di una destinazione che negli ultimi anni è sempre stata al top di classifica, con 25 milioni di presenze l’anno. Tanto più che altri Paesi europei come Francia e Spagna stanno vivendo le stesse condizioni climatiche, ma senza questa enfatizzazione".

Petra Mayr, la presidentessa di ASAT Alto Garda e Ledro, sostiene invece che "il lago ha una massa d'acqua e una profondità che permettono di stare tranquilli (soprattutto ai pesci, ndr)". Aggiungendo: "I nostri clienti spesso provengono da Paesi dove c'è già un'emergenza idrica e quindi sono sensibili al tema e pronti a fare qualche piccola rinuncia. Ritengo che sia pertanto necessario coinvolgerli ai fini di una corretta comunicazione".

"A volte non siamo aiutati da chi deve prendere le decisioni e non si rende conto che certe disattenzioni posso arrecare un danno importante a un comparto come quello turistico, di  straordinaria importanza  sia in termini diretti che indiretti – conclude Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia –. Questo vale anche per la comunicazione che deve essere il più possibile obiettiva, senza la continua ricerca di pathos".

Noi, da parte nostra, vogliamo provarci. Il minimo storico superato in primavera è una cosa da nulla. Vedrete: dal punto di vista idrico, sarà un'estate eccezionale.

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