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Ambiente

Siccità, l'allarme della Coldiretti: "Il 2022 l'anno più caldo di sempre"

A giugno si è registrata una temperatura media superiore di 2,88 gradi alla media storica

Il 2022 si classifica nel primo semestre in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica. Non solo: si registrano precipitazioni praticamente dimezzate lungo la penisola con un calo del 45 per cento rispetto alla media. I dati arrivano dallo studio presentato dalla Coldiretti all’assemblea dell'associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari (Anbi) assieme al piano invasi contro la siccità elaborato dalle due organizzazioni.

L’anomalia climatica più evidente finora si è avuta nel mese di giugno dove si è registrata una temperatura media superiore di 2,88 gradi rispetto alla media, con valori vicini al massimo registrato nel 2003. L'elaborazione di Coldiretti ha preso in esame i dati dell'Istituto delle scienze atmosferiche e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) sulle rilevazioni effettuate in Italia dal 1800 ad oggi.

"Uno stravolgimento che pesa sulle coltivazioni - afferma il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi - ma anche sull’ambiente, dagli incendi triplicati allo scioglimento dei ghiacciai, di cui la tragedia della Marmolada è il più drammatico esempio. Il caldo impatta sulle rese agricole, minacciando di condizionare la produzione anche in futuro. Proprio la resa del grano potrebbe addirittura diminuire a livello mondiale del 7 per cento per ogni grado Celsius di riscaldamento globale". A dirlo è uno studio della Wheat initiative, un gruppo di enti pubblici e privati impegnati nella ricerca sui cereali.

In Italia la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.  "Il cambiamento climatico - continua la Coldiretti - è stato accompagnato da un'evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi".

"Di fronte alla tropicalizzazione del clima - conclude Barbacovi - occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi e renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana. Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare".

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