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Val di Sole

Dodici scatti giganti per riflettere sulla fragilità della montagna

Inaugurato in val di Sole il "sentiero della fotografia", un'esposizione distribuita tra i 700 e 2000 metri di altitudine

Un maestoso ghiacciaio alpino, con sullo sfondo i teloni che lo proteggono dai pericolosi raggi estivi. Una diga d’alta quota che raccoglie l’acqua per fornire energia rinnovabile a un’intera valle. Inquadrature che descrivono, con tutta la potenza delle immagini, la realtà e la vita della montagna: bella, fragile, misteriosa. E mai come ora - tra siccità e cambiamenti climatici - in bilico tra sviluppo e pericolo.

È la mostra intitolata “Sentiero della fotografia”, un percorso espositivo all'aria aperta, distribuito tra i 700 e 2000 metri di altitudine, lungo alcuni sentieri e luoghi particolarmente significativi della val di Sole e del Parco nazionale dello Stelvio.

I 12 scatti che compongono il sentiero della fotografia sono di Jérôme Sessini, fotografo francese di origini italiane e di fama internazionale che ha lavorato per raccontare i conflitti del Medio Oriente, la violenza legata alla droga nelle strade del Messico, le proteste antigovernative in Ucraina, la crisi degli oppioidi negli Usa e la condizione delle minoranze indigene in Cambogia.

Le sue fotografie sono state stampate in formato gigante e inserite in enormi cornici di legno locale. “Il sentiero della fotografia rappresenta un progetto innovativo che incarna perfettamente il nostro impegno per rendere la cultura elemento strategico per lo sviluppo del turismo”, spiega Luciano Rizzi, presidente dell’Apt val di Sole, promotrice insieme ai Comuni del territorio del progetto. Il percorso è stato realizzato dall’impresa culturale Suazes, con la collaborazione di Magnum photos e Castello del Buonconsiglio e Canon, partner culturale del progetto.

Il sentiero della fotografia (Martina Valentini)-2

“Sono nato e cresciuto nell’est della Francia, nel dipartimento di Vosges, un luogo montano - spiega il fotografo -. Ho iniziato da autodidatta a vent’anni fotografando i paesaggi e le persone delle mie terre. Questo lavoro in val di Sole mi ha permesso di lavorare in un contesto che è parte integrante della mia vita e che conosco bene: la forza e il silenzio delle montagne. Ha rappresentato un vero e proprio ritorno alle origini”.

Il sentiero sarà individuabile grazie a una mappa realizzata per l’occasione e al sito dedicato che offrirà anche materiali extra per approfondire il progetto. “L’intento di questo progetto - conclude il curatore Marco Minuz - non è solo quello di leggere un territorio sotto nuovi punti di vista, ma favorire, negli stessi contesti dove sono nate le fotografie, un’educazione al vedere, all’osservare e a riflettere sul valore del vivere in montagna e riflettere sulle sfide di questi territori. Il lavoro di Jerome, così silenzioso, s’integra perfettamente nel contesto montano e favorisce la consapevolezza dei luoghi”.

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