Trento, Pro Vita e Famiglia contro il sindaco Ianeselli: annunciate azioni legali
Ianeselli: «I manifesti sono stati fatti rimuovere perché contenevano un'informazione, a mio avviso, non corretta»
Pro Vita e Famiglia si scaglia contro il sindaco Franco Ianeselli e annuncia azioni legali. Il primo cittadino, per nulla intimorito si difende. La discussione ruota sempre attorno ai manifesti che l'associazione Pro Vita e Famiglia ha affisso anche a Trento, a inizio anno. Il sindaco Ianeselli li ha fatti rimuovere, Non è stato l'unico primo cittadino che lo ha fatto. «I manifesti sono stati fatti rimuovere» sottolinea il sindaco Ianeselli «non per la loro opinione sull'aborto, perché c'è la libertà di opinione, ma per il fatto che contenevano un'informazione, a mio avviso, non corretta».
Una motivazione che i Pro Vita non hanno accettato, perché nella nota che hanno inviato alla stampa sostengono che il primo cittadino di Trento «non è stato in grado di addurre motivazioni nè ragionevoli, nè giuridiche, nè tecniche, che possano giustificare la censura dei nostri manifesti contro la pillola abortiva».
Per Ianeselli, però, quella di rimuoverli è stata una scelta sicuramente ragionevole. Il sindaco ha più volte sostenuto che la scelta di non darne visibilità non fosse legata al messaggio, appunto, ma alla modalità scelta per rappresentarlo. Nei manifesti, come di vede, c'è una donna a terra che simula la morte per avvelenamento con una mela in mano. Proprio su questo il sindaco Ianeselli ha motivato la sua scelta. «Indurre a credere che quel farmaco, che è autorizzato dall'Agenzia europea e da Aifa, produca la morte della persona che lo assume, è un modo sbagliato per sostenere la propria tesi» spiega.
Le parti hanno avuto anche un confronto a fine aprile, a Filo Diretto, su Trentino Tv. Un confronto fatto tra il presidente di Pro Vita e Famiglia, Toni Brandi, il ginecologo e direttore dell'Hospice perinatale del Policlinico Gemelli, il professor Giuseppe Noia e il membro del direttivo di Pro Vita e Famiglia Maria Rachele Ruiu; dall'altra parte il sindaco di Trento Franco Ianeselli ed Emilio Arisi, primario di Ginecologia del Santa Chiara di Trento, oltre all'avvocato Elena Biagioni.
«Il confronto televisivo» sottolinea Ianeselli, «non si è concentrato tanto sui manifesti, quanto più sulla questione dell'aborto. Nel mio caso io sostengo la legge 194 nella complessità, perché non è banale, né semplicistica, perché tiene conto del diritto delle donne all'autodeterminazione e non banalizza l'aborto». Ogni persona ha la libertà di avere una propria opinione su ogni cosa. Sicuramente è un diritto inalienabile dell'uomo, anche e soprattutto su tematiche non così semplici da affrontare.
Nonostante il confronto e la spiegazione del sindaco, le persone che rappresentano Pro Vita e Famiglia hanno riaperto la discussione, affermando che: «abbiamo deciso di procedere per vie legali contro Franco Ianeselli, avendo subito un'azione che lede il diritto di opinione e i principi democratici costituzionalmente garantiti». Una decisione che non ha scosso particolarmente il primo cittadino e che ha chiuso la discussione affermando: «Se loro vogliono procedere con denunce, prendo atto».