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Cementificio Sarche, Ambrosi chiede chiarimenti su fumo e assunzioni

Salute e lavoro, queste le due preoccupazioni della consigliera di FdI condivise in un'interrogazione

Le fumate che si sono levate dallo stabilimento di Italcementi a Sarche di Madruzzo il 20 aprile (in occasione della riaccensione dei forni spenti nel 2015) e il 5 maggio (per un "problema tecnico") hanno messo in allarme gli abitanti della valle dei Laghi. “Non potrebbe essere altrimenti in una zona che da tempo si è votata all’agricoltura sostenibile, costituendosi in bio distretto; dove si trova il biotopo del lago di Toblino e dove si sta tentando di valorizzare un turismo sostenibile”, afferma la consigliera provinciale di Fratelli d’Italia Alessia Ambrosi, in una nota di martedì 10 maggio.

Per questo Ambrosi chiede "che venga installato nei pressi dello stabilimento un pannello elettronico che indichi in tempo reale il livello di emissioni di CO2, polveri, ossidi di azoto, ammoniaca e altri gas, e che garantisca il rispetto dei parametri nazionali ed europei in materia di emissioni dovute alla produzione del cemento".

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Alessia Ambrosi, consigliera provinciale di Fratelli d’Italia

In occasione della riaccensione, il direttore dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa) Enrico Menapace aveva annunciato un piano di monitoraggio (cofinanziato dall'impresa) a 600 metri dalla bocca del camino per misurare le ricadute degli inquinanti. Non solo: aveva assicurato “trasparenza e comunicazione dei dati sulla qualità dell’aria, sulle emissioni e sulla qualità dei fanghi utilizzati come combustibile”.

Per Ambrosi, però, il problema riguarda l'azienda: “Annunciando la ripresa della produzione di cemento, lo scorso giugno, Italcementi aveva evidenziato la volontà di mantenere un dialogo costante con le comunità locali. Ecco, quella volontà non sembra essere oggi così forte - è l’accusa della consigliera -. I test per la riattivazione dei forni hanno colto di sorpresa i cittadini e le giustificazioni dovute a problemi tecnici dopo la prima e la seconda fumata nera lasciano parecchi dubbi sulla possibilità che vi siano nuovi problemi".

La consigliera ha poi ricordato la questione dei 30 posti di lavoro, "Promessi dall’azienda già a partire dallo scorso autunno, su cui per ora non ci sono stati aggiornamenti. Compatibilmente alle competenze richieste, questi posti di lavoro avrebbero dovuto riguardare persone del luogo". Anche su questo punto, la consigliera chiede che l’azienda renda noto il proprio programma di assunzioni.

Italcementi: "anomalia prontamente risolta"

Interpellata da TrentoToday in merito agli eventi del 20 aprile e del 5 maggio, Italcementi ha ribadito che: "La limitata fuoriuscita di polvere che si è verificata alcuni giorni fa per una durata di qualche decina di secondi, circoscritta al perimetro dello stabilimento, è stata causata da un’anomalia che è stata prontamente risolta. La cementeria è impegnata nel contenimento di questo tipo di fenomeni che, con la messa a regime di una macchina complessa come il forno di cottura e grazie alla professionalità del personale di stabilimento e ai presidi ambientali e di sicurezza adottati, saranno contenuti secondo le migliori tecniche disponibili”.

A che punto sono con le assunzioni

Sull’aspetto relativo al personale e alle assunzioni rimarcato da Ambrosi, Italcementi conferma che “per i lavori di ammodernamento e adeguamento annunciati nei mesi scorsi e per cui sono stati investiti cinque milioni di euro, da circa nove mesi è coinvolto non solo il personale interno della cementeria, ma anche esterno con una presenza media di circa 25-30 unità. Parte delle nuove assunzioni, per lo più con maestranze provenienti dal territorio, sono avvenute già nel 2021, ora stiamo concludendo l’ultima fase che porterà a un aumento complessivo dell’organico interno di 25 persone".

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