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Santuario di San Romedio: bocciata la candidatura Unesco. PaT: "L'impegno è di continuare il lavoro assieme"

La Provincia sta acquisendo tutti gli elementi, anche mediante il confronto con le Amministrazioni territoriali coinvolte, per una riformulazione della proposta

Bocciata la candidatura Unesco del santuario di San Romedio, ma i trentini e la Provincia non demordono e continuano a lavorare sul territorio perché le bellezze vengano valorizzate e ricevano i giusti riconoscimenti. Come ricordato anche dalla PaT, quello della candidatura all’iscrizione nel Patrimonio mondiale Unesco è un percorso impegnativo, complesso e non scontato. L'amministrazione provinciale conferma l'attenzione a tutte le istanze promosse dal territorio: il Trentino è un unicum di incomparabile bellezza e l'impegno profuso è identico per ogni singolo ambito.

A fine agosto Mario Tonina, vicepresidente e assessore all'urbanistica, ambiente e cooperazione della PaT, ha incontrato i sindaci di Predaia, Romeno e Sanzeno, insieme al priore del santuario, padre Giorgio Silvestri, proprio per affrontare la quetione della candidatura di San Romedio a patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.

Il vicepresidente ha illustrato ai primi cittadini e al Priore le indicazioni ricevute dall'ufficio Unesco del MiBac, che ha evidenziato come ogni Stato membro possa presentare una sola candidatura all'anno, di tipo culturale o naturale, ricordando di conseguenza la necessità di una valutazione sempre più stringente e severa che richiede di unire l'eccezionale valore universale al carattere di novità, ovvero di tassello mancante nella lista del Patrimonio mondiale, come richiesto dalle linee guida.

Se quindi, al momento, non è portata avanti la candidatura del santuario trentino, ciò non esclude, di proseguire nel percorso. Spetta infatti alla Provincia riformulare la proposta che, si legge nella nota della PaT: "Non può essere limitata al complesso religioso e al suo contesto, in quanto tipologia già rappresentata nella Lista del Patrimonio mondiale, ma dovrà essere ampliata al contesto di riferimento e al paesaggio culturale, un percorso che l'amministrazione provinciale intende affrontare coinvolgendo tutti i soggetti di riferimento del territorio".

La proposta di candidatura del santuario di San Romedio per l’iscrizione nel Patrimonio mondiale Unesco, avviata sulla base di una mozione a prima firma della consigliera Paola Demagri, durante un Consiglio provinciale di novembre 2020, ha seguito gli approfondimenti finalizzati alla richiesta di iscrizione nella lista propositiva dello Stato italiano. La richiesta di inserimento del santuario, secondo una proposta che comprende il complesso religioso e la relativa forra, è stata presentata all’inizio di quest’anno alla Commissione Nazionale italiana per l’Unesco, evidenziando come questa soddisfi i criteri:

  • IV "Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana";
  • V "Essere un eccezionale esempio di insediamento umano tradizionale, uso del suolo che è rappresentativo di una cultura, o interazione umana con l’ambiente soprattutto da quando è diventato vulnerabile sotto l’impatto di cambiamenti irreversibili";
  • VI "Essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie dotate di un significato universale eccezionale".

Ogni anno ciascun Paese può presentare una sola candidatura e in questo modo si è ridotto il margine di possibilità che le proposte possano realmente rappresentare aspetti ancora mancanti rispetto a quanto contenuto nella lista del Patrimonio mondiale per illustrare la storia della umanità. Nel merito della proposta di candidatura del santuario di San Romedio, stante il fatto che il fenomeno dell’architettura religiosa isolata anche in ambiente montano sembra già fortemente rappresentato, una nuova proposta dovrà assicurare una levatura storica e artistica a livello mondiale, ponendosi come elemento irrinunciabile per la comprensione della storia dell’Umanità.

Sono in corso confronti tra Provincia e Amministrazioni territoriali coinvolte, per una riformulazione della proposta.

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