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Sospensioni sanitari. Nursing Up: “Infermieri richiamati in servizio al posto del personale Oss”

Il sindacato ha espresso preoccupazione in merito alle future sospensioni dal servizio e a come queste possano influire sull’Azienda sanitaria

Le prime sospensioni per il personale sanitario che si è rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione anti-covid sono arrivate anche in Trentino e, insieme a queste anche la preoccupazione dell’Associazione Nazionale Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica, Nursing Up id Trento che ha parlato di “sistema sempre più in crisi”.

Il coordinatore di Nursing Up Trento, Cesare Hoffer, ha spiegato come sia “problematico anche il lavoro dei coordinatori del personale infermieristico e del personale tecnico-sanitario: sono in forte difficoltà, spesso lasciati soli in prima linea dalla dirigenza aziendale, devono sopperire alla carenza di personale con una continua riorganizzazione dei servizi, richiamando sempre più spesso personale da ferie e riposi”. La domanda di Nursing Up e degli altri sindacati è la stessa e guarda al futuro: quanto potrà durare questo stato di cose?

“La cosa paradossale che sta accadendo – continua Hoffer - è che il personale infermieristico viene richiamato in servizio per sopperire alla carenza di personale Oss, con un palese demansionamento e mortificazione. Il personale infermieristico è laureato e assunto per svolgere funzioni di carattere sanitario! A fronte di tutto ciò, c’era già una graduatoria aziendale per assumere il personale Oss, che è tuttora attiva, ci domandiamo come mai non è stata fin da subito utilizzata!?”.

La preoccupazione del coordinatore di Nursing up Trento è che i criteri di sicurezza stabiliti in termini minimali dalla delibera di Giunta n.1117 del 7/7/2017 non vengano più rispettati, “con conseguente scadimento della qualità e della sicurezza delle cure - aggiunge Hoffer -. È necessario pertanto che l’attività di reparti e servizi venga adeguatamente commisurata alle reali risorse umane presenti, è impensabile gravare ulteriormente su Professionisti sanitari ed Oss già stremati”.

Non solo. Hoffer porta alla luce anche un’altra “mancanza”, ovvero quella di un disinteressamento generale verso gli infermieri. “I dati mondiali dicono che durante la pandemia sono morti più infermieri di qualsiasi altro dipendente in sanità: 1.140 professionisti infermieristici nel primo anno – prosegue – Hoffer -. Lo spettro della pandemia si è insinuato nella vita quotidiana di ogni infermiere, amplificando ansia, creando un profondo senso di disagio e stress traumatico, che hanno portato a stati depressivi, accentuati dall’isolamento sociale causato dal lockdown”.

Tanti sarebbero gli infermieri che si sono licenziati, mentre altri ci stanno pensando. E se durante la prima parte della pandemia queste persone venivano elogiate, oggi la realtà appare assai diversa. “si è progressivamente attenuata, fino quasi a svanire, la vicinanza e riconoscenza da parte dei cittadini – sostiene il coordinatore trentino -. Ma ora, quelli che al momento appaiono nell’indifferenza generale solo ‘nostri problemi’, se non adeguatamente affrontati e risolti, presto lo potrebbero diventare anche del cittadino, che potrebbe vedersi curato ed assistito da professionisti sempre più stanchi, stressati, in numero minore e con servizi sempre più ridimensionati”.

Da qui, un appello ai cittadini: “la sanità pubblica è un bene comune, difendiamola insieme! Sosteneteci nelle nostre richieste, che sono a nostra e vostra tutela”.

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