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La questione

Quale futuro per sanità pubblica e Rsa? Cosa preoccupa il sindacato

Dopo gli accordi economici firmati per il comparto sanità nel 2022, occorre rilanciare il settore, renderlo appetibile, ma come?

Diversi e importanti accordi economici sono stati firmati per il comparto sanità nel 2022, dopo trattative serrate in Apran. Accordi che vanno dall’aumento tabellare in busta paga, agli incentivi covid, alle nuove fasce economiche, agli arretrati Ccpl 2019/2021 e alle nuove indennità infermieristiche e sanitarie. Accordi che ora devono attendere l’iter burocratico provinciale per arrivare ad erogare in busta paga gli aumenti contrattuali sottoscritti il prima possibile, vista la disponibilità dei fondi.

Nursing up, però, sostiene che quanto fatto fino a qui, con tutti gli accordi, non sarà sufficiente per invertire una situazione ritenuta dal sindacato “Sempre più problematica nella Sanità pubblica trentina e nelle Rsa, dove i tradizionali standard assistenziali non vengono più garantiti per carenza di personale infermieristico, sanitario e di supporto”.

Carenza infermieri in Rsa, sindacati: “Da anni denunciamo la questione. Li tuteleremo”

C’è poi la questione della carenza di personale. “Assistiamo infatti ad un incremento preoccupante delle dimissioni volontarie dal servizio di personale assistenziale, assenze che si sommano a quelle già dei colleghi pensionandi, dei colleghi sospesi dal servizio ed a quelli che risultano positivi al covid, che ha recentemente martoriato le già scarne dotazioni organiche dei vari reparti e servizi” sottolinea Cesare Hoffer, coordinatore Nursing up Trento.

E per garantire un certo servizio, il peso ricade su chi è ancora in servizio nelle strutture. “I servizi - afferma Hoffer - vengono garantiti chiedendo ad un personale già esausto ulteriori sacrifici, limitando le ferie ed i riposi per il recupero psico-fisico, con la beffa inoltre di vedere aumentati ulteriormente i carichi di lavoro”.

La situazione non può non toccare anche la qualità delle cure al cittadino e una riduzione dei servizi appare del tutto inevitabile. “Non si potrà certo pensare di garantire un’adeguata e sicura assistenza senza una dotazione di personale commisurata alle necessità - commentano da Nursing up -. Inoltre, è ancor più preoccupante il fatto che i giovani, nonostante i posti disponibili per infermieristica nelle università italiane e nella scuola provinciale di formazione per gli Oss, scelgano sempre più altre facoltà universitarie e/o altri mestieri”.

Il sindacato ha più volte sollecitato le istituzioni provinciali ad adottare dei provvedimenti che rendano attrattiva la provincia autonoma di Trento nei confronti dei professionisti sanitari di altre regioni e che trattenga nel contempo quelli che già lavorano nelle nostre strutture. Come in tutti gli altri settori, anche in quello sanitario il mercato del lavoro è totalmente cambiato e il professionista ha ampia facoltà di scelta. Un passo avanti è necessario anche per il settore pubblico, con adeguati strumenti giuridico-economici e investimenti adeguati di risorse economiche per valorizzare il personale.

L’allarme lanciato dai sindacati vuole scongiurare possibili danni al sistema sanitario provinciale, per poter essere forti davanti alla competizione internazionale, davanti a stati europei come Inghilterra, Germania, Svizzera, Svezia e Norvegia, che agli infermieri offrono condizioni economiche e di carriera nettamente più vantaggiose ed allettanti.

“Cedere al settore privato sempre più fette di attività prima gestite dal pubblico non è certo la soluzione - sostiene il coordinatore del sindacato -, in Trentino la sanità pubblica è sempre stata sinonimo di qualità e poi la carenza di personale infermieristico, sanitario ed Oss riguarderà tutti settori, compreso anche quello privato”. Un ulteriore dato da non sottovalutare è che nei prossimi anni, vista l’età media elevata, un gran numero di infermieri e professionisti sanitari trentini andrà in pensione.

A livello nazionale la struttura del contratto nazionale della sanità pubblica è già stata innovata, introducendo una riforma dell’ordinamento professionale più rispondente alle necessità di infermieri e professionisti sanitari, che devono poter progredire nei percorsi di carriera, con il riconoscimento di specifiche indennità di funzione ed anzianità di servizio per le attività svolte. Serve dunque un tavolo di confronto tra lavoratori, sindacati e Provincia, dove venga affrontato il tema dello sviluppo professionale adeguato in termini giuridico-economici, in analogia a quanto adottato a livello nazionale.

“Fondamentale per noi sarà inoltre la celere chiusura della parte normativa del contratto, con il miglioramento di importanti istituti contrattuali come ad esempio il part-time, la tutela materno-infantile, l’orario di lavoro ed il riconoscimento del tempo di vestizione - conclude Hoffer -. Non c’è più tempo da perdere, ogni giorno che passa rischiamo di vedere ulteriori colleghi che si licenziano ed in alcuni casi abbandonano la professione infermieristica, ecco perché è necessario immediatamente avviare un confronto costruttivo tra Provincia e Sindacato in vista della prossima legge provinciale di bilancio, che dovrà identificare adeguate direttive e cospicue risorse economiche per il rinnovo del Ccpl 2022/2024”.

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