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Martedì, 16 Aprile 2024
Attualità

Riforma della sanità bocciata dagli Ordini delle professioni sanitarie trentine

Una lunga missiva che racchiude il parere degli Ordini in merito alle modifiche dell’assetto organizzativo dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari

La riforma della sanità non passa, gli Ordini delle professioni sanitarie, con una lettera a firma dei presidenti Daniel Pedrotti, per l'Ordine delle professioni infermieristiche, Marco Ioppi dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Tiziana Dal Lago dell'Ordine dei farmacisti, Serena Migno dell'Ordine della professione ostetrica, Monica Fontanari dell'Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Roberta Bommassar dell'Ordine degli psicologi, Marco Ghedina dell'Ordine dei medici veterinari e Gianumberto Giurin dell'Ordine regionale dei chimici e fisici, è stata inviata all'assessore Stefania Segnana e, in copia conoscenza, al presidente Maurizio Fugatti. 

La lunga missiva racchiude il parere degli Ordini in merito alle modifiche dell’assetto organizzativo dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Delibera Giunta Provinciale pre-adottata il 30 luglio 2021). Prima di loro, anche i vari sindacati si sono espressi in maniera critica rispetto a quanto deciso dalla Giunta, anche loro elencando tutta una serie di motivi per il quale contrastino la riforma. 

La lettera

Pubblichiamo integralmente la lettera degli Ordini delle professioni sanitarie:

"Gli Ordini delle Professioni Sanitarie della Provincia di Trento, quali Enti sussidiari dello Stato e in virtù della loro rappresentanza di circa 12.000 professionisti sanitari, trasmettono la presente memoria scritta, con l’intento di dare con spirito costruttivo e di collaborazione un forte contributo, del parere già espresso in occasione del Consiglio sanitario provinciale del 23 agosto 2021, in merito alle modifiche dell’assetto organizzativo dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS) contenute nella delibera della Giunta Provinciale preadottata il 30 luglio 2021. Come già rappresentato in precedenti occasioni, sorprende prima di tutto che il Consiglio sanitario provinciale, l’organo deputato per le consultazioni tra Provincia e rappresentanze sanitarie, istituito dalla legge 16/2010, sia consultato su decisioni così rilevanti per il sistema sanitario trentino e per la salute dei cittadini, quale la riorganizzazione dell’APSS, a soli 8 giorni dal termine ultimo per l’adozione definitiva della delibera considerato che il 31 agosto p.v. è prevista la conclusione della sperimentazione. L’auspicio è che l’Assessorato alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia da Lei rappresentato attivi nel prossimo futuro occasioni di reale confronto, che non costituiscano solo l’assolvimento di un mero formalismo. 2 Si ritiene che la delibera non permetta di esprimere appieno un parere di merito di pertinenza ordinistica in quanto non si evincono, se non in forma generica, le motivazioni intese come aspetti positivi e criticità che hanno portato alla necessità del superamento dell’attuale modello, né quali siano stati i criteri e gli indicatori utilizzati per valutare i risultati prodotti dalla sperimentazione. Questo alimenta il dubbio che la decisione di cambiamento sia dettata non tanto da esigenze di innovazione e di miglioramento, ma per necessità di parte, di distinguersi dalle precedenti amministrazioni con un sostanziale ritorno al modello della legge 16/2010. Emerge inoltre nel provvedimento preadottato una genericità degli indirizzi e dei relativi contenuti. Il progetto di un rinnovamento della sanità nel Trentino dovrebbe essere il più condiviso possibile sia dagli operatori che dai cittadini, specialmente in una situazione, come quella attuale, preoccupante per demotivazione diffusa di tutto il personale e per la carenza numerica degli stessi in alcuni settori. La proposta di riorganizzazione non può limitarsi ad essere generica e formale, ma deve essere fondamentalmente innovativa per poter rispondere agli obiettivi prefissati: - Deve superare la vecchia visione di sanità ospedaliera e territoriale ed essere capace di portare una soluzione complessiva capace di rispondere alle domande di salute dei cittadini nel loro ambiente di vita e di lavoro e di accompagnarli nel processo di prevenzione, diagnosi, cura, assistenza e riabilitazione da personale motivato, ognuno con la stessa dignità e in ruoli diversi; - abbiamo bisogno di una riforma della governance che superi l’aziendalismo che oggi caratterizza il sistema sanitario che ha fortemente penalizzato le autonomie professionali, assoggettandole a logiche di natura economica. Il sistema sanitario, ancora oggi persiste nell’avere come scopo il pareggio del bilancio e tende a vedere la salute come una voce di spesa e non come investimento e considera il professionista sanitario una perdita e non un produttore di ricchezza; - occorre dare molta più responsabilità al professionista sanitario: se coinvolto renderà molto di più e contribuirà a quella gestione oculata delle risorse a cui tutti tendiamo e che sono fondamentali per la tenuta del sistema sanitario equo e universale che conosciamo; - è preoccupante il diffuso e dilagante senso di frustrazione e di demotivazione da parte del personale ad ogni livello. Vanno riscoperte e valorizzate le competenze dei professionisti, soddisfatte e non frustrate le loro aspirazioni di crescita professionale e di carriera. Bisogna adeguare le retribuzioni al rischio e alla complessità delle responsabilità e dei compiti pur riconoscendo che le motivazioni principali per lavorare nel sistema pubblico, oltre ad essere la sicurezza e la qualità del lavoro, la crescita professionale e la possibilità di aggiornamento e di carriera, è il desiderio di farsi carico dei bisogni di salute della persona; - è urgente introdurre nella rinnovata gestione del personale un sistema incentivante legato alle effettive capacità del professionista e basato sul merito in modo tale che i migliori ne abbiano vantaggio in carriera e retribuzione per rendere attrattiva la sanità pubblica e per evitare che finisca per accogliere i professionisti meno validi (in quanto non hanno mercato nel privato) e si rivolgano ad essa solo i pazienti indigenti che non possono fruire di altro; - la gestione programmatica della sanità pubblica deve essere adeguatamente finanziata e non deve più accadere che si programmi un “efficientamento” delle risorse. Ciò premesso e considerati gli obiettivi prefissati, riteniamo opportuno e soprattutto responsabile per le specifiche competenze e per gli ideali su cui si fonda l’operato delle professioni sanitarie - che gli Ordini rappresentano - di garanzia e tutela del diritto a una salute universale, libera, uguale e fondata sul principio di solidarietà, esprimere le seguenti considerazioni che vogliono essere istanze inderogabili che chiediamo siano integrate nell’atto deliberativo definitivo quali indirizzi e direttive per la successiva declinazione del regolamento del nuovo assetto organizzativo APSS: Visione complessiva e sistemica del sistema sanitario provinciale È evidente che la riforma dell’organizzazione di APSS dovrà basarsi su una visione complessiva e 3 sistemica del sistema sanitario provinciale tenendo in considerazione: - la necessità di valorizzare le professioni sanitarie, che rappresentano la spina dorsale della nostra comunità e lo fanno rimanendo in ogni momento accanto ai pazienti; - i servizi sanitari e socio-sanitari e le risorse disponibili sul territorio provinciale in un’ottica di forte coordinamento pubblico e di integrazione ospedale – territorio e socio – sanitaria con l’unico obiettivo di garantire risposte di salute ai cittadini appropriate, coordinate e prossimali nel rispetto del principio che la persona è un’unità bio-psico-sociale. Organizzazione territoriale Si propone di dare visibilità e centralità alle cure primarie e all’assistenza territoriale. In coerenza al Patto per la salute e alla missione 6 “Salute” del PNRR, l’assistenza territoriale deve assumere un ruolo centrale nella risposta ai bisogni sanitari e socio – sanitari dei cittadini. Per garantire equità di accesso alle cure, coordinamento e gestione della presa in carico dei problemi sanitari e sociosanitari derivanti dalla cronicità e dall’invecchiamento della popolazione, nonché interventi di promozione ed educazione alla salute, in un’ottica di prossimità e iniziativa, è necessario potenziare l’investimento sul territorio, garantire standard quanti e qualitativi appropriati di professionisti sanitari e innovare i modelli di assistenza. Questi ultimi devono essere basati su una forte interprofessionalità che valorizzi le competenze e l’autonomia di ciascuna professionalità e che tengano inoltre in considerazione, con una visione di sistema, i servizi socio – sanitari disponibili sul territorio (es. RSA, farmacie, strutture riabilitative residenziali e diurne, …), quali risorse per contribuire alla risposta di salute. Con priorità nelle aree periferiche è necessario avviare forme di assistenza integrata tra medico di medicina generale e Infermiere di famiglia e comunità e altri professionisti sanitari, al fine di fornire risposte globali e unitarie alle situazioni di bisogno. Valorizzazione delle professioni sanitarie Si propone di dare visibilità nell’atto deliberativo ai professionisti della salute e integrare indirizzi per la loro valorizzazione. I professionisti della salute sono il vero valore e la colonna portante del sistema sanitario. Al fine di realizzare e sostenere i modelli di “territorio policentrico” e “ospedale policentrico” e rispondere in modo equo, appropriato e diffuso ai bisogni di salute dei cittadini, è opportuno ed auspicabile che l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, garantisca la valorizzazione delle professioni sanitarie a tutti i livelli di responsabilità, da quello di governance/strategico a quello di assistenza diretta alla persona, attraverso l’attivazione di percorsi di crescita e carriera nelle aree clinico-assistenziale, organizzativa e formativa, l’attribuzione di incarichi dirigenziali di struttura complessa coerenti al livello di responsabilità affidato e ampliando gli incarichi dirigenziali delle professioni sanitarie per le posizioni ad elevata responsabilità e di coordinamento ad alta complessità (incarichi di alta professionalità, di struttura semplice, di struttura complessa). Scuola di Medicina e Chirurgia L’attivazione dell’istituenda Scuola di medicina e chirurgia è una grande opportunità per il Trentino perché formerà i futuri professionisti della salute che lavoreranno nel nostro sistema sanitario. Inoltre i corsi post-lauream, già attivi per le professioni sanitarie presso il Polo Universitario delle Professioni Sanitarie, permetteranno di sostenere quel circolo virtuoso di sviluppo di competenze avanzate e specialistiche, che i professionisti metteranno a disposizione dei cittadini contribuendo a standard assistenziali di eccellenza e che offriranno loro opportunità di percorsi di carriera rendendo il nostro sistema sanitario maggiormente attrattivo. Ciò premesso è necessario che l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari promuova, in accordo con la Provincia Autonoma di Trento e in partnership con l’Università di Trento e di Verona, il pieno coinvolgimento dei professionisti sanitari nello sviluppo dell’istituenda Scuola di Medicina e Chirurgia. Si propone sia valorizzato all’interno del percorso di costituzione della Scuola di Medicina e Chirurgia a Trento l’attuale modello organizzativo interdisciplinare e integrato del Polo universitario delle professioni sanitarie per riconoscere l’expertise maturata nella formazione universitaria e non, delle professioni sanitarie e la complessità del sistema. Al fine di attuare gli obiettivi contenuti nell’accordo quadro si propongono accordi 4 convenzionali per il reclutamento di personale accademico nell’area medica, infermieristica e delle altre professioni sanitarie. Favorire la partecipazione dei cittadini e il coinvolgimento dei professionisti L’organizzazione è composta da persone e l’innovazione è un processo difficile se non è accompagnato da una migliore circolarità dell’informazione e della comunicazione dei principi e delle motivazioni che sostengono le scelte tra i diversi attori coinvolti. Informare non basta, occorre assicurare momenti e strumenti di governance che rendono partecipi a pieno titolo i professionisti dell’APSS che concorrono alla realizzazione del servizio salute e ad accrescere la fiducia nel sistema. La partecipazione e l’ascolto di proposte dei professionisti a vari livelli accresce il senso di appartenenza al SSP e all’APSS. Infine, in particolare in questo delicato e complesso momento di riorganizzazione e di pandemia non ancora conclusa, chiediamo che l’elaborazione dei contenuti della riforma della sanità trentina tenga in considerazione il contributo sopraesposto e fatto proprio degli Ordini sotto firmatari che rappresentano tutti i professionisti sanitari della Provincia di Trento. Si chiede inoltre che quanto dichiarato con la presente nota sia parte integrante del verbale del Consiglio dei Sanitari del 23 agosto 2021".

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