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Riforma dell'Apss, l'approvazione definitiva entro la fine di agosto. Ma non mancano le critiche

Lunedì l'incontro tra l'assessore Segnana e le parti sociali, che attaccano: "Obiettivi vaghi e indefiniti"

È andato in scena lunedì 23 agosto l'incontro (in modalità online su Meet) tra l'assessore alla salute Stefania Segnana e i sindacati di categoria: al centro, il confronto sulla riforma della sanità trentina.

Una riforma che si basa sull'idea di un ospedale policentrico (cioè un'unica rete ospedaliera articolata su 7 strutture aziendali), il ripristino e il potenziamento dei distretti sanitari e del Dipartimento di prevenzione, della medicina del territorio e della Scuola di medicina.

Il nuovo modello organizzativo dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari è stato adottato in via preliminare dalla Giunta, e proprio in questi giorni viene presentato alle categorie interessate: dopo l'incontro con i membri della Consulta della salute, lunedì è toccato ai sindacati di categoria (alcuni avevano annunciato che non sarebbero stati presenti viste le tempistiche ristrette tra la convocazione e l'approvazione della delibera).

Nei prossimi giorni infine, la riforma approderà in Quarta commissione per poi essere definitivamente adottata entro la fine di agosto, come confermato dalla Giunta.

All'incontro erano presenti l’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana, il direttore generale facente funzioni dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Antonio Ferro, il direttore del Servizio ospedaliero provinciale Pier Paolo Benetollo e il dirigente generale del Dipartimento provinciale salute Giancarlo Ruscitti.

Come illustrato dall'assessore e dal dirigente generale Ruscitti, il nuovo modello organizzativo proposto per Apss si inserisce nel più ampio quadro della riforma della sanità nazionale, che dovrebbe concludersi entro fine anno. L'obiettivo - evidenzia la Provincia in una nota - è quello di rispondere alle criticità messe in luce dalla pandemia e non solo da essa, come anche valorizzare i punti di forza del sistema trentino, in un'ottica appunto provinciale.

Cuore del sistema, come detto, l'ospedale "policentrico" ovvero non un ospedale nel quale concentrare tutte le attività, ma ospedali in rete, che hanno bisogno l'uno dell'altro e dove alcune attività possono essere potenziate o caratterizzate. E in questo senso, come hanno illustrati i vertici della sanità trentina, la riforma andrà ad accentuare quanto già accade in Trentino, basti pensare alla procreazione medicalmente assistita, attività che già avviene per tutto il territorio solo nell'ospedale di Arco.

Una presentazione che però non ha soddisfatto le parti sociali, sia per la calendarizzazione che per i contenuti: sia i rappresentanti degli infermieri che Cgil, Cisl e Uil hanno accusato la riforma di essere sostanzialmente vaga e incompleta.

"Una mini-controriforma dai contorni vaghi e indefiniti" commentano in una nota i segretari generali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil). Un progetto – secondo le tre confederazioni sindacali - che risponde più a logiche di consenso elettorale che al reale miglioramento dell’assistenza sanitaria per i cittadini e le cittadine.

Sulla stessa linea anche Nursing up, rappresentante del personale infermieristico: "Il documento che ci è stato presentato, peraltro a soli 8 giorni dalla conclusione della sperimentazione, è lacunoso ed incompleto" dice il sindacato degli infermieri. Il coordinatore di Nursing up Trento, Cesare Hoffer, esprime dubbi soprattutto sulla sostenibilità economica del progetto: "La sanità trentina già dovrà fare i contri con un recente taglio pari a 120 milioni di euro, che pende sulla propria testa come una spada di Damocle" scrive.

In merito, la Giunta ha assicurato che verranno raccolte ed esaminate le varie proposte che perverranno, in vista della stesura del Regolamento, nel quale verranno dettagliate tutte le attività di programmazione della riforma della sanità.

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