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Punta Linke: a 3.600 metri la postazione militare più alta della Grande Guerra

Visitabile dopo il restauro del 2014, ma solo per camminatori esperti, l'avamposto sull'Ortles-Cevedale è una delle più incredibili testimonianze della guerra in montagna

Un museo all'aperto, a 3000 metri di quota, dove il ghiaccio ha preservato una delle testimonianze più fedeli della Grande Guerra sulle montagne trentine. Punta Linke, nel gruppo dell'Ortles-Cevedale, è in assoluto la postazione militare più alta del conflitto mondiale del 1914-1918. Sembra incredibile ma un posto tanto isolato ed inospitale fu uno dei punti nevralgici della Prima guerra mondiale nelle Alpi. L'avamposto, costruito dall'esercito austro-ungarico, era dotato di un doppio impianto teleferico ed era collegato al vicino rifugio Vioz, tutt'oggi esistente, dove si trovava la sede del comando militare.

Quando fu inaugurato nel 1911 il rifugio era il più alto delle Alpi Orientali. Con lo scoppio del conflitto fu presto evidente la sua posizione strategica per il fronte meridionale, al confine con il Regno d'italia. La costruzione dell'impianto teleferico permise di collegare Punta Linke con il fondovalle per i rifornimenti e garantire la presenza stabile di personale militare.

Una galleria scavata nella roccia permetteva alla linea teleferica l'attraversamento del crinale della montagna. Per difendere la postazione fu portata in quota una batteria d'artiglieria, oggi perduta. Tra i vari reperti ritrovati nel corso degli scavi, sono stati trovati : strumenti da lavoro, rotoli di filo spinato, materiale per la teleferica, scudi, elmetti, un mastello per i crauti, ed un centinaio di copriscarponi realizzati in paglia di segale utilizzati dai soldati per isolare gli scarponi dalla neve e dal freddo. 

Nel 2014, in occasione del centenario della Grande Guerra, La Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento ha curato un progetto di ricerca per il recupero con metodologia scientifica, aprendo il sito al pubblico nella stagione estiva. Si tratta, è bene sottolinearlo, di un percorso alpinistico riservato a camminatori esperti ed allenati. Chi si spingerà fino ai 3.632 metri di quota della postazione militare potrà rivivere le condizioni estreme nelle quali vivevano i soldati in servizio lassù, tra nevi perenni e temperature che anche in estate possono scendere sotto lo zero.

La funivia Peio 3000 permette di abbattere notevolmente il dislivello ma è necessario in ogni caso valutare le proprie condizioni fisiche e le condizioni meteo. Il vicino rifugio Vioz è ovviamente la base d'appoggio prediletta per la salita alla cima. L'itinerario completo parte dal paese di Pejo e segue il sentiero 105 della Sat, opportunamente segnalato lungo il tragitto. Il Museo Pejo (tel. 348 7400942, www.museopejo.it) organizza visite guidate, anche in collaborazione con le locali guide alpine, e può fornire tutte le informazioni utili sull'apertura del sito e sulle condizioni di accessibilità dettate dalla stagione.

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