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Didattica e covid: un anno "terribile" per i ragazzi. Gli psicologi premono per entrare nelle scuole

L'Ordine degli Psicologi chiede di istituire la presenza fissa nelle scuole, dopo un anno che ha messo in luce le enormi difficoltà che i ragazzi e le ragazze si trovano a dover affrontare

La didattica online, il ritorno a scuola "a singhiozzo", l'isolamento ma anche l'incertezza del futuro in un momento delicato come l'adolescenza. Sono tante le situazioni di difficoltà che si sono venute a creare nelle scuole a causa della pandemia. Difficoltà che hanno messo in luce la necessità di un affiancamento più efficace da parte degli psicologi all'interno delle strutture scolastiche. Questa l'opinione del presidente dell'Ordine Roberta Bonmassar, sentita dalla Commissione speciale d’indagine in materia di affidamento di minori presieduta dalla consigliera provinciale Mara Dalzocchio (Lega), alla presenza dell'assessora al Welfare ed alla Sanità Stefania Segnana e dai consiglieri provinciali di tutti gli schieramenti.

"La legge c'è ma non è applicata"

"Allo stato attuale – ha detto Bonmassar – non è stato mai assunto uno psicologo in virtù della legge provinciale 13 del 2007 sul welfare, che pure prevede questa possibilità. Attivare uno psicologo scolastico che si affianchi alle altre figure socio-sanitarie segnerebbe una svolta importantissima". In un periodo sicuramente difficile come quello della pandemia, con le conseguenti ricadute sul mondo della scuola, l’Ordine degli psicologi, raccogliendo lo stimolo fornito dalla Consulta dei genitori, sta predisponendo un questionario che l’assessore all'Istruzione Mirko Bisesti si è reso disponibile a divulgare nelle scuole per rilevare le difficoltà degli studenti.

Disagio e autolesionismo: servono i dati

L’assessora alla Sanità Stefania Segnana ha chiesto di avere dei dati riguardanti i casi segnalati dagli psicologi in merito agli episodi di autolesionismo e suicidiari dei ragazzi (secondo quanto emerso dalle audizioni un ragazzo su tre in età scolare avrebbe manifestato tali comportamenti) e si è impegnata a valutare la possibilità di rispondere alle richieste dell’Ordine per il miglioramento e il potenziamento della loro presenza nelle scuole. C'è però una questione di fondo da risolvere: secondo la presidente dell'Ordine Bonmassar il problema è la disomogeneità dell’intervento dello psicologo scolastico dovuto alla diversità delle richieste dei "datori di lavoro", che sono i dirigenti degli istituti. "Attualmente gli psicologi scolastici lavorano “in casa d’altri” - ha detto -. Occorre invece che il nostro lavoro sia inserito in una rete educativa che è quella della scuola".

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