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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Provincia sta per concludere l'acquisto di un castello

Un'operazione da oltre 15 milioni, con la Pat che cederà altri immobili come contropartita. Il Pd: "Si potevano vendere sul mercato libero"

La Provincia autonoma di Trento sta per concludere l'acquisto di un castello. Si tratta di Castel Valer, la magnifica residenza attualmente di proprietà degli eredi del conte Ulrico Spaur. Ci troviamo a Tassullo, nel comune di Ville d'Anaunia, nel cuore della Val di Non. L'amministrazione provinciale, come ha confermato lo stesso presidente Maurizio Fugatti, ha dato mandato alle strutture competenti di concretizzare una proposta per l'acquisto dell'immobile.

L'obiettivo è quello di aggiungere al patrimonio immobiliare della Provincia un pezzo di enorme valore culturale, arricchendo contemporaneamente anche l'insieme dei castelli monumentali del Trentino. L'offerta della Provincia si basa su una valutazione di oltre 15 milioni e mezzo, e prevede l'inserimento di alcuni immobili come contropartita. Si tratta di strutture che da tempo la Pat stava cercando di cedere, in quanto dichiarate non più idonee ad assolvere alle funzioni e agli interessi pubblici: l'ex casello idraulico di San Michele all’Adige, l'edificio ex Enpas di via Petrarca a Trento, l'ex albergo Panorama di Sardagna, l'ex casa di cura Villa Rosa di Vigalzano, a Pergine Valsugana e l'ex scuola professionale del Tonale, nel comune di Vermiglio, stimati complessivamente in oltre 10,1 milioni di euro. Gli altri 5 milioni saranno invece pagati direttamente alla famiglia Spaur.

La Comunità della Valle di Non e il Comune di Ville d’Anaunia, che avevano già manifestato l'interesse a compartecipare all’auspicato acquisto del castello quale “impareggiabile opportunità di crescita e sviluppo turistico” dell'intera valle, parteciperanno alla spesa per 500.000 euro, acquisendone una corrispettiva quota di proprietà.

Ma proprio sugli edifici in permuta scatta la polemica: il Partito democratico infatti si dice critico sulla decisione della Pat di "disfarsi" del patrimonio immobiliare con tanta leggerezza. "In cambio del castello, ai conti Spaur la Provincia, oltre a 5 milioni cash, ha ceduto ben 5 immobili di grande valore e potenzialità di investimento. Si tratta di immobili pubblici di valore che vengono ceduti “a pacchetto” ad un valore che sembra di molto inferiore a quello reale" sottolinea il Pd. "Siamo sicuri che se fossero stati messi sul mercato libero – tramite asta o bando pubblico - la Provincia non avrebbe potuto ricavarne un introito tale da coprire tutte le spese di acquisizione del castello, senza dover aggiungere alla permuta altri 5 milioni di euro?".

Dal canto suo, Fugatti punta sull'impatto che l'acquisizione del castello avrebbe per il turismo provinciale: "Nel 2019 abbiamo rilevato 314 mila presenze tra tutti i castelli del Trentino, il patrimonio culturale è ampio e la nostra volontà è ampliarlo ancora di più, l’obiettivo strategico di acquisire il castello va in questa direzione, con un’operazione importante molto attesa dal territorio. Il rischio era il passaggio del compendio a privati e senza la soluzione della permuta la Provincia non avrebbe avuto le risorse necessarie".

La storia di Castel Valer

Fondato nel XIII secolo e abitato ininterrottamente per circa sei secoli dalla nobile famiglia dei conti Spaur di Flavon e Valer, il castello è stato pressoché inaccessibile fino al 2017, quando un protocollo d'intesa sottoscritto tra il proprietario e l'Apt della Val di Non, con la collaborazione della Provincia autonoma di Trento attraverso la Soprintendenza e il Dipartimento promozione, sport e turismo, ha consentito la parziale apertura al pubblico per 142 giorni all’anno. L'operazione, alla quale hanno aderito con l'iniziativa “Il trenino dei castelli” anche Trentino Marketing, Trentino Trasporti e altri soggetti pubblici e privati, è stato un importante test per riscontrare le enormi potenzialità di richiamo per il turismo culturale del maniero. Nel primo anno di apertura al pubblico, come attestano dati dell’Apt Val di Non, attraverso le visite guidate a numero contingentato, si sono registrate oltre 13.000 presenze (ai quali si aggiungono i 2.300 passeggeri del trenino dei castelli) e ricavi per circa 133.000 euro, che hanno interamente coperto i costi di gestione.

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