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Progettone, sindacati: "Pronti allo sciopero per difenderlo". Spinelli rassicura

Il braccio di ferro tra sindacati e provincia per il Progettone continua. Mentre i sindacati parlano di rischio di esclusione, Spinelli rassicura che "nessuno verrà lasciato indietro"

Malcontento intorno alla riforma del Progettone, ad affermarlo sono i sindacati che sottolineano, inoltre, che: "Lavoratrici e lavoratori sono pronti a scioperare per sostenere le richieste di cambiamento avanzate dal sindacato". Sull'argomento si è discusso durante le assemblee organizzate tra inizio maggio e fine aprile da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil che, insieme alle tre confederazioni, stanno seguendo l’iter del Ddl 140.

"C’è molta preoccupazione e delusione tra le addette e gli addetti del Progettone che abbiamo incontrato in queste settimane - raccontano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher con Moreno Marighetti, Fulvio Bastiani e Fulvio Giaimo per le categorie -. Le lavoratrici e i lavoratori non comprendono la ratio di un provvedimento che se non verrà modificato rischia di cancellare uno strumento che ha dato un contributo importantissimo alla tenuta sociale della nostra comunità nei periodi di più grave crisi economica, generando anche valore per la collettività a cominciare da quanto fatto sulla manutenzione del verde e la tutela ambientale. Il Progettone ha rappresentato un’innovazione per le politiche del lavoro, un esempio virtuoso di inclusione di lavoratrici e lavoratori fragili che senza questa esperienza sarebbero rimasti ai margini, senza un’occupazione”.

Per il sindacato, dunque, si sta sottovalutando l'impatto generale e trasversale che il Progettone potrebbe avere sulle comunità, in termini di inclusione e coesione sociale, oltre che per tutte le attività e tutti i servizi che sono garantiti proprio ricorrendo alle lavoratrici ed ai lavoratori del comparto. Quello che, prinicipalmente, preoccupa sindacati e lavoratori è la previsione di ricollocare gli addetti del Progettone sul mercato del lavoro ordinario. "È evidente che non per tutti questo sarà possibile - affermano -. Servono garanzie e tutele adeguate. Così come siamo favorevoli all’idea che chi può venga formato e incentivato a trovare un’occupazione normale, siamo altrettanto fermi nel sostenere che nessuno dovrà essere lasciato solo. Servono garanzie precise soprattutto per i soggetti più deboli”.

I sindacalisti chiedono quindi che tutti coloro che non potranno o non riusciranno a transitare al mercato del lavoro ordinario dovranno essere adeguatamente tutelati. Per questa ragione chiedono di scrivere in legge una clausola sociale per le lavoratrici e i lavoratori del Progettone in eventuali passaggi tra soggetti incaricati e il reinserimento nella misura se la ricollocazione sul mercato del lavoro fallisse.
 

Le altre questioni da chiarire, secondo i sindacati, riguardano l’individuazione dei profili che avranno accesso al Progettone. Per Cgil Cisl Uil questi devono essere definiti attraverso l’intesa con le parti sociali. "La proposta della Giunta - sottolineano ancora i sindacati - è poco vincolante e lascia spazio ad interpretazioni ambigue. Infine la questione delle risorse. Cgil Cisl Uil pretendono uno stanziamento certo in legge sul Progettone e le politiche di age management". Per sostenere queste richieste sindacati e lavoratori sono pronti a scendere in piazza durante i lavori del consiglio provinciale di giugno.

La posizione della Provincia

L'assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli rassicura, il Progettone: "non lascerà indietro nessuno". E, anzi, sottolinea: "Con questa riforma la giunta vuole sottolineare l’importanza del Progettone, uno strumento fondamentale nel mercato del lavoro trentino per aiutare le persone che hanno perso il lavoro e che per età, situazione familiare, contingenza si trovano in una posizione di svantaggio rispetto ad una autonoma ricollocazione. Alcune di queste persone saranno vicine alla pensione e quindi continueranno ad essere accompagnate alla stessa, altre saranno in una situazione temporanea di svantaggio e verso queste il 'nuovo Progettone' ha come obiettivo l’attivazione di formazione, di misure di accompagnamento che consentano di riportare i lavoratori nel normale mercato del lavoro".

Secondo quanto spiegato dalla PaT, la riforma nasce dall'esigenza di adeguare le procedure del Progettone, definite nel 1983 e poi implementate nel tempo, alla nuova normativa nazionale e europea sugli appalti e gli Aiuti di Stato. La norma, chiarisce l'assessore Spinelli, "è stata riscritta lavorando in questi mesi con l’università e il sistema della cooperazione. Mi preme tranquillizzare le persone attualmente coinvolte nel Progettone e anche quelle che potranno essere coinvolte nei prossimi anni del fatto che questa Giunta vuole mantenere gli stanziamenti e le opportunità, non vi è intenzione di cambiare i criteri di accesso. La riforma ha come unico scopo quello di rendere il Progettone 'sicuro' da un punto di vista amministrativo e quindi poter garantire ai trentini che sarà uno strumento dell’Autonomia del nostro territorio anche nei prossimi anni. Siamo consapevoli anche del ruolo che il Progettone ha nella manutenzione del verde del nostro territorio, nella gestione dei luoghi di cultura, nelle case di riposo e in molte altre attività. Se l’offerta turistico-culturale del Trentino è quella che è, possiamo tranquillamente affermare che è anche merito dell’attività dei lavoratori del Progettone".

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