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Martedì, 16 Aprile 2024
Lavoro

Progettone, per i sindacati la riforma non va bene

Cgil, Cisl e Uil non votano la proposta della Giunta: “È mancata una piena concertazione. Il sostegno ai soggetti deboli non si tocca”

“La riforma del Progettone proposta dalla Giunta non è la nostra riforma, ma una proposta su cui non è stato possibile costruire un reale percorso di concertazione”. Le tre confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil non usano mezzi termini. Mercoledì 13 aprile in Commissione provinciale per l'impiego i sindacati non hanno dato parere favorevole all’ultima versione della riforma, non partecipando al voto.

Il Progettone ad oggi occupa in provincia 1.900 persone e la volontà della Giunta è riformarlo introducendo politiche attive del lavoro più forti. Un’impostazione di base condivisa dai sindacati, così come lo sforzo della Federazione della cooperazione per dare un quadro più stabile agli affidamenti. Su una questione però sono netti: “La finalità sociale e il sostegno ai soggetti deboli che non potranno reinserirsi sul mercato del lavoro deve restare un punto fermo e va scritto in modo chiaro e trasparente nella legge, senza sfumature o ambiguità”.

I sindacati lamentano soprattutto “i tempi strettissimi di discussione con le parti sociali” che li avrebbero “costretti a ratificare scelte che non ci hanno visto partecipi”. “La Giunta sceglie una strada diversa e opposta a quella imboccata dai Paesi europei più avanzati sulla definizione delle politiche del lavoro che è lasciata alla negoziazione delle parti sociali”, accusano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi, che per Cgil, Cisl e Uil del Trentino hanno seguito l’iter del disegno di legge (ddl).

Tra i punti di maggiore distanza il tema dell’individuazione dei profili che potranno accedere al Progettone. I sindacati hanno chiesto che venisse introdotto in legge il meccanismo dell’intesa con le parti sociali. La Giunta ha preferito la formula, più blanda e non vincolante, della “proposta”. I sindacati hanno poi chiesto che la legge preveda una clausola sociale che tuteli le lavoratrici e i lavoratori del Progettone in eventuali passaggi tra soggetti incaricati e il reinserimento nella misura se la ricollocazione sul mercato del lavoro fallisse. Infine la questione delle risorse: Cgil, Cisl e Uil pretendono uno stanziamento certo in legge e le politiche di age management.

Adesso la palla passerà alle commissioni consiliari e al Consiglio provinciale. I sindacati non intendono comunque rinunciare a migliorare il testo e nelle prossime settimane decideranno insieme alle lavoratrici e ai lavoratori le strade da intraprendere per fare “un pressing costruttivo che porti a una buona riforma e non a un cambiamento di facciata”.

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