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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pnrr, 50 milioni all'università di Trento

L’ateneo è arrivato quarto in Italia per i progetti ammessi a finanziamento relativi a infrastrutture tecnologiche di innovazione

Ammontano a 50 milioni di euro i fondi che l’università di Trento riceverà dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per la ripresa economica post pandemia. L’ateneo si è posizionato al quarto posto per punteggio nella graduatoria delle università e degli istituti di ricerca italiani per le proposte progettuali ammesse a finanziamento relative a infrastrutture tecnologiche di innovazione.

Pnrr, quanti soldi arriveranno in Trentino e come verranno spesi

UniTrento utilizzerà le risorse per il reclutamento di giovani ricercatori e ricercatrici, per investimenti su infrastrutture e per attività di ricerca e sviluppo con le imprese. L’università ha partecipato con diverse proposte progettuali su tutte e cinque le linee di finanziamento del Pnrr relative alla cosiddetta missione 4 “Istruzione e ricerca” della componente 2 “Dalla ricerca all’impresa”. Si tratta di investimenti per lo sviluppo della ricerca di base e applicata nel Paese che prevedono la costituzione di centri nazionali su tecnologie abilitanti, ecosistemi dell’innovazione, la creazione e il rafforzamento di infrastrutture di innovazione e infrastrutture di ricerca e partenariati estesi per il finanziamento di progetti di ricerca di base.

La maggior parte delle proposte avanzate dall’università ha superato la fase di negoziazione e vede ora l’ateneo impegnato nell’avvio delle iniziative che si svolgeranno da qui al 2025. Iniziative che prevederanno anche l’istituzione di 48 nuovi posti di dottorato, già a partire dall’anno accademico 2022-23.

Un bando riguarderà 18 borse da attribuire a dottorati per la realizzazione di progetti dedicati a ricerca Pnrr, pubblica amministrazione e patrimonio culturale. L’altro bando sarà dedicato a oltre 30 borse di dottorato cofinanziate da imprese per la realizzazione di progetti che mirano al potenziamento delle competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle tecnologie abilitanti (key enabling technologies). Si vuole con questa iniziativa rispondere ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovere il rapporto tra ricerca e azienda.

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