Picco di contagio e posti letto attivi: dati e proiezioni
Ferro (Apss): «Spero che in questo momento stiamo scavallando, che tutte le misure che abbiamo adottato a fine ottobre stiano dando i loro effetti e di vedere entro venerdì una diminuzione del trend dei positivi»
L'inizio della discesa della curva del contagio da Covid19, in Trentino è stata immaginata e sperata per dicembre. A dichiararlo è stato il direttore del dipartimento di prevenzione dell'Apss (Azienda provinciale per i servizi sanitari), Antonio Ferro, rispondendo a una domanda arrivata dalla stampa durante la diretta sulla pagina facebook della Provincia autonoma di Trento di martedì 17 novembre.
«Spero che in questo momento stiamo scavallando (riferendosi alla curva del contagio ndr), che tutte le misure che abbiamo adottato a fine ottobre stiano dando i loro effetti e di vedere entro venerdì (20 novembre ndr) una diminuzione del trend dei positivi - ha affermato Ferro -. Ovvio che, non essendoci stato un lock-down in tutta Italia, questa diminuzione del trend sarà sicuramente più lenta rispetto al periodo di marzo, però sarebbe importantissimo se il numero di casi verso fine settimana fosse inferiore rispetto a quelli che abbiamo visto nella settimana precedente».
Quello che preoccupa maggiormente l'Apss è il tema ricoveri, come in tutto il Paese. C'è la corsa ad attivarne di nuovi, per garantire le cure anche ai pazienti non Covid, visto quanto accaduto durante la prima ondata del contagio. «Attualmente abbiamo 500 posti attivi, l'ipotesi è di arrivare a 600, per cui stiamo cercando di riorganizzarci su questo e poi, ovviamente, si penserà ad altri». Sono proprio questi, i posti letto, la sicurezza di ogni regione in questo momento storico del contagio.
Se, però, le previsioni di Ferro fossero giuste, vorrebbe dire che dicembre potrebbe iniziare sotto i migliori auspici di una ripresa, seppur graduale, della vita. Ferro ha, infine aggiunto che se i casi iniziassero a diminuire verso la fine della terza settimana di novembre «sarebbe un segnale importantissimo, perché vorrebbe dire che dopo altre due settimane e mezzo potremmo finalmente vedere un calo nei ricoveri, che è la preoccupazione più grande che abbiamo; e ovviamente poi nelle terapie intensive e nei decessi».