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Stop ai prelievi sul Noce, la petizione depositata in consiglio provinciale

Il Comitato chiede un provvedimento normativo per fermare “nuovi e insostenibili prelievi idrici". Raccolte oltre 30mila firme

È arrivata in consiglio provinciale la petizione per chiedere lo stop ai prelievi idrici nel torrente Noce. Il Comitato permanente di difesa delle acque del Trentino (composto da 18 associazioni aderenti) ha incontrato nella mattinata di lunedì 27 settembre il presidente dell'assemblea legislativa Walter Kaswalder, presentando le oltre 30mila firme raccolte.

​​La richiesta rivolta al Consiglio provinciale è questa: che si adotti un provvedimento normativo per fermare “nuovi e insostenibili prelievi idrici a scopo idroelettrico e irriguo nel bacino del Noce in val di Sole”. Ancora: una norma che eviti “lo sfruttamento di un bene pubblico e comune qual è l’acqua da parte di soggetti privati, in tutto il Trentino”.

Nella sede consiliare di Palazzo Trentini si sono recati gli esponenti del Comitato permanente di difesa delle acque del Trentino: c’erano il primo firmatario della petizione Salvatore Ferrari (di Italia Nostra), il portavoce Tommaso Bonazza e il rappresentante della Sat (la Società alpinisti tridentini) Alessandro Rossi, che hanno perorato la causa di un necessario cambiamento culturale in Trentino riguardo all’impiego dell’acqua bene comune, in vista di cambiamenti climatici destinati in futuro a renderla meno abbondante e disponibile. 

Nel testo della petizione si ricorda che la “battaglia” è cominciata fin dal 28 agosto 2016, con la prima marcia fluviale in difesa del fiume Noce e dei suoi affluenti (Rabbies, Vermigliana, Meledrio, torrente Presena, rio Corda, rio Saleci, rio Poia, rio San Leonardo). Da Caldes partì un appello che ebbe l’effetto - dice Ferrari - di spingere la Provincia, nel triennio successivo, a respingere molte delle nuove richieste di derivazione d’acqua oltre alla trentina già attiva. Nel 2018, in particolare, non fu concesso il prelievo dal Rabbies richiesto dal consorzio di miglioramento fondiario della valle di Non. Non è ancora del tutto sventata invece l’ipotesi, avanzata lo scorso maggio, di una derivazione d’acqua in val di Peio, per 600 litri al secondo, sempre finalizzata a irrigare i poderi nonesi. Il comitato è impegnato su questo fronte e andrà presto dai sindaci e dal commissario della Comunità.

I promotori hanno evidenziato che molte firme sono state apposte da turisti che, soprattutto nei centri rafting della Val di Sole, auspicano il mantenimento dei flussi naturali del fiume. Rossi ha aggiunto che le firme da fuori provincia provengono sicuramente anche da tesserati Cai, solidali con l’impegno della Sat.

La petizione - ha spiegato il presidente Kaswalder - sarà esaminata in sede di Commissione legislativa. “La politica - ha concluso - si incaricherà poi di fare sintesi”.

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