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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Estetisti e parrucchieri in protesta, una petizione per riaprire in zona rossa

Lotta all'abusivismo e richiesta di tornare a lavorare rispettando i protocolli

Nuova e accesa protesta dal settore della bellezza e del benessere. Manca sempre meno al nuovo provvedimento che il governo sta preparando e che contiene le misure anti-contagio da coronavirus. Il Cna (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media impresa) Trentino Alto-Adige, Confartigianato e Casartigiani si mobilitano a sostegno anche di questo settore promuovendo la petizione su change.org dove, all'ora di pranzo di mercoledì 31 marzo, le firme erano già più di 1400.  La petizione chiede che i centri e i saloni di bellezza di estetisti e parrucchieri possano riaprire in zona rossa per fermare il dilagare dell’abusivismo. 

petizione parrucchieri estetisti-2

«La chiusura delle attività legali» sottolinea la Cna regionale unitamente alle tre confederazioni «sta incentivando il lavoro a domicilio da parte di soggetti che si improvvisano parrucchieri ed estetisti ma non ne posseggono i requisiti professionali e non rispettano le norme di sicurezza per poter svolgere l’attività né tantomeno i protocolli anti Covid adottati dal Governo e inseriti dalle Province di Trento e Bolzano nelle rispettive ordinanze, contribuendo in tal modo alla diffusione del virus».

«Il settore, a tutela di clienti e dipendenti» rimarcano le confederazioni «si è dotato di tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie. Non è un caso che saloni di acconciatura e centri estetici, in questi mesi, non abbiano rappresentato fonte di contagio proprio in virtù delle modalità organizzative che hanno adottato lavorando su appuntamento e non generando assembramenti. Sarebbe a questo punto ingiustificato che il Governo confermasse il divieto di apertura di tali attività nelle zone rosse, con obbligo per le Province e le Regioni di adeguarsi, e altrettanto incomprensibile sarebbe reiterare la discriminazione che nei decreti dello scorso autunno aveva portato alla chiusura dei soli centri estetici».

A causa delle difficoltà economiche in cui versano le imprese, secondo la le associazioni «procrastinare la chiusura delle attività rappresenterebbe una condanna a morte per molte imprese del settore. Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto». Cna, Confartigianato e Casartigiani chiedono al Governo segnali immediati di attenzione permettendo ai saloni di acconciatura e ai centri estetiste di riprendere la propria attività anche in zona rossa.

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