Peste suina, allerta anche in Trentino: "Rischio sanitario per la proliferazione dei cinghiali"
Coldiretti chiede la nomina di un commissario straordinario
Agricoltori e allevatori trentini in allerta per la peste suina africana. Il presidente di Coldiretti Trentino-Alto Adige Gianluca Barbacovi chiede "la tempestiva adozione di provvedimenti che consentano alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza".
Peste suina africana, caccia vietata in più di 100 comuni: "E non raccogliete funghi e tartufi"
Dopo i casi riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria ma anche in Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa, Coldiretti Trentino-Alto Adige si mobilita soprattutto in considerazione dell’ingente presenza di cinghiali in alcune aree della regione.
"La Peste Suina Africana - sottolinea Barbacovi - può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali. La proliferazione dei cinghiali in alcune zone del Trentino-Alto Adige rappresenta evidentemente un ulteriore problema, in questo caso anche sanitario. Lo scorso luglio a Trento siamo scesi in piazza per chiedere azioni di prevenzione e contenimento della diffusione del cinghiale a tutela delle nostre aziende. Sappiamo che la Provincia attraverso l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli si è fatta carico del problema e confidiamo si trovi a breve una soluzione efficace".
Per la Coldiretti serve subito un’azione sinergica su più fronti anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attività dei prefetti e delle forze dell’ordine chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti e compensare gli eventuali danni economici alle imprese. Infine, l'associazione ribadisce la necessità di avviare iniziative comuni a livello europeo "perché è dalla fragilità dei confini naturali del paese che dipende l’elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplare portatori di peste".