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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Peste suina africana, come il Trentino si sta tutelando

Dopo la conferma di altri casi di infezione al nord Italia, Ambrosi (Fdi) ha portato l'argomento in consiglio

E' passata anche in consiglio, martedì 8 marzo, la questione legata alla presenza di Peste suina africana (Psa) al confine tra Piemonte  e Liguria. La stessa Coldiretti Trentino Alto Adige, a metà gennaio, aveva parlato di "rischio sanitario", avvertendo agricoltori e allevatori trentini della diffusione. In quel frangente, il presidente di Coldiretti Trentino-Alto Adige Gianluca Barbacovi aveva anche chiesto "La tempestiva adozione di provvedimenti che consentano alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza".

A portarla in discussione in consiglio a inizio marzo è stata la consigliera Alessia Ambrosi (Fdi) che, prendendo a esempio i provvedimenti emanati in altre regioni dalle Autorità sanitarie competenti per contrastare l’ulteriore diffusione della malattia, ha chiesto come il Trentino si stia muovendo per la prevenzione. 

E' infatti di inizio marzo, di venerdì 4, la notizia di un nuovo caso positivo a questo virus in Piemonte, con un totale di persone infette che arriva a 52. Come riportava Ansa il 4 marzo, infatti,una nuova positività era stata rilevata a Silvano d'Orba (Alessandria), in Piemonte, dov'era già stato segnalato un caso. Gli oltre 50 casi infetti si dividono tra Piemonte e Liguria. 

"I casi di peste suina stanno destando apprensione anche in Trentino - spiega Ambrosi -, soprattutto a causa della proliferazione di cinghiali, che porta alla mancata possibilità di effettuare caccia, raccolta di funghi e all’attraversamento, apputo, di alcune zone della nostra Provincia. Essi rappresentano dunque non solo un problema per le coltivazioni, ma anche di carattere sanitario. Ciò che desta inoltre preoccupazione e attenzione e da qui il motivo del question time odierno è la capacità del virus di effettuare salti geografici, attraverso alimenti, materiali o mezzi contaminati veicolati dall’uomo, che determinano la comparsa della malattia nelle popolazioni di cinghiali, anche a distanza di molti chilometri da quelle infette".

A rispondere ad Ambrosi è stata l'assessore Giulia Zanotelli che ha evidenziato che “fortunatamente non si sono ancora registrati casi di Psa nel territorio della nostra provincia”. Ricordando, inoltre, che l’Apss ha definito uno specifico protocollo sul tema, mentre la Giunta ha stabilito misure per il controllo numerico dei cinghiali e l’Istituto zooprofilattico ha organizzato corsi di formazione per gli operatori.

Argomento che Zanotelli aveva già affrontato anche a fine febbraio, durante un incontro sul tema "lupi" al Cal, dove vennero affrontate diverse questioni legate a natura e animali. 

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