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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura / Pergine Valsugana

Pergine inaugura la pala d'altare scoperta in magazzino

L'opera del Cinquecento è stata restaurata grazie alla raccolta fondi sostenuta dalla comunità

Era in pessime condizioni, nascosta in un deposito del castello medievale di Pergine. Scoperta alla fine del 2018, dopo l’acquisizione del castello da parte della fondazione CastelPergine onlus, la pala d’altare del Cinquecento è stata restaurata grazie alla raccolta fondi sostenuta dalla comunità.

L'opera è stata inaugurata ieri, domenica 19 giugno, nella sala del trono del palazzo baronale presso il castello di Pergine. Una cerimonia resa possibile grazie al grande sforzo della popolazione della Valsugana e del mondo del volontariato.

Realizzata nella seconda metà del 1500, si presume in occasione del matrimonio tra il barone Fortunato Madruzzo, capitano dei castelli vescovili del principato trentino, e Margherita von Hohenems, la pala lignea raffigura la crocifissione. Ai piedi della croce si trovano a sinistra la Madonna affiancata da sant’Andrea, e a destra (si suppone) san Giovanni e san Bernardino da Siena. Nella parte centrale della predella, che costituisce il piano d’appoggio della pala, è raffigurata la scena del martirio di sant’Andrea, mentre lateralmente si trovano san Sebastiano e san Rocco. Due colonne con rispettivi capitelli, infine, sorreggono un architrave neoclassico sormontato da una cimasa al centro della quale si trova un dipinto ovale raffigurante il Padre eterno.

“La valorizzazione di questo bene storico-artistico e del contesto che lo ospita avvicina la gente al Castello: l’edificio diventa ancora di più un bene comune, capace di nutrire il bisogno di bellezza di ciascun cittadino - ha detto l’assessore provinciale alla Cultura Mirko Bisesti -. Questo restauro rappresenta anche uno straordinario esempio di sinergia pubblico-privato”.

I lavori di restauro sono stati svolti da Roberto Perini, supervisore dell’intervento, ed Enrica Vinante, restauratrice incaricata. L’operazione è stata realizzata con il sostegno di Itas mutua, di cassa rurale Alta Valsugana e della Soprintendenza per i beni culturali che ha anche supervisionato il progetto con i funzionari dell’ufficio per i beni storico-artistici Alessandro Pasetti Medin e Chiara Facchin.

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