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Ex Sit, è scontro sul finanziamento dell'opera

Botta e risposta tra il sindaco Ianeselli (che rimuove un post errato sui fondi ottenuti) e il consigliere Merler

Il mancato (ad ora) finanziamento del progetto per la riqualificazione dell'area ex Sit con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza è imputabile al fatto che le risorse del Pnrr sono destinate maggiormente ai comuni del Mezzogiorno. È questa in sintesi la posizione del sindaco di Trento Franco Ianeselli, che in una nota risponde al consigliere Andrea Merler, già candidato sindaco alle ultime comunali per il centrodestra.

"La proposta di intervento che si propone di trasformare l'area ex Sit in un centro intermodale è stata ammessa senza riserve dalla commissione statale incaricata di assegnare ai Comuni i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dunque, se ad oggi la trasformazione dell'ex Sit non è stata finanziata, ciò è avvenuto per ragioni che nulla hanno a che fare con la qualità, l'efficienza e l'efficacia della proposta presentata dagli uffici comunali" sottolinea il comune in una nota.

Il progetto prevede la riqualificazione del parcheggio, proprio dove in futuro sorgerà la stazione di partenza della funivia per il Monte Bondone. L'idea è quella di realizzare un "centro intermodale" per far confluire lì tutti i mezzi di trasporto e garantire un collegamento rapido.

Merler aveva accusato l'incapacità dell'amministrazione, che non era riuscita ad ottenere un finanziamento, annunciato e già messo a bilancio, da 20 milioni di euro. A tutto si aggiunge anche lo "scivolone" via social del sindaco Ianeselli, che ha prima annunciato l'ok al finanziamento in un post sulla sua pagina Facebook, salvo poi correggere il tiro ed ammettere l'errore: "Il nostro progetto di riqualificazione sull'ex Sit è stato sì approvato, ma in realtà non c'è ancora la certezza del finanziamento. Quindi colpa mia, perché avrei dovuto aspettare prima di scrivere, ma restiamo ottimisti e incrociamo le dita" dice il sindaco via social.

Secondo Ianeselli, l'esclusione di Trento da questa tornata di assegnazione delle risorse è dovuta alla natura stessa del Pnrr: "Com'è noto - continua la nota -, uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza è quello di accorciare le distanze socioeconomiche tra il Nord e il Sud Italia e, proprio per questo, l'assegnazione dei fondi premia i comuni del Mezzogiorno. Nella scelta delle opere da finanziare, è stata predisposta una graduatoria basata esclusivamente sul valore dell'indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm): e, per fortuna, Trento presenta uno dei valori più bassi in Italia".

La partita però non è finita, e i 20 milioni attesi potrebbero comunque arrivare. Le proposte di molti comuni, oggi in graduatoria in posizione utile per ricevere i fondi, sono state ammesse con riserva per verifiche ancora da completare. Se i progetti non dovessero essere integrati in tempi stretti o risultare inammissibili, sarebbero ripescati i comuni che hanno presentato proposte in graduatoria, ma non finanziate. In secondo luogo, come ha richiesto il presidente dell'Anci Antonio Decaro, c'è anche la possibilità che lo Stato finanzi i progetti approvati di tutti i comuni rimasti esclusi dai fondi, dirottando sulla rigenerazione urbana risorse assegnate ad altre aree d'intervento per le quali non sono stati presentati progetti pronti e cantierabili.

"Qualcosa di simile - ricorda Ianeselli - è avvenuto in passato con il cosiddetto "Bando periferie" che a Trento ha portato 18 milioni per il progetto Santa Chiara Open Lab. Anche in quel caso Trento era stata esclusa dalla prima tornata di assegnazione dei fondi, per essere poi ripescata in un secondo momento".

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