Con la pandemia il costo dell’energia in Trentino è aumentato del 353%
La presidente dell'associazione dei pubblici esercizi: "Siamo costretti a riflettere sui nostri clienti gli aumenti a cascata che arrivano dai vari comparti"
Con la pandemia il costo dell'energia in provincia di Trento è aumentato del 353%. Il costo delle materie prime invece è cresciuto del 25% e ora incide per il 51% sull'attività delle imprese. A dirlo è Confcommercio Trentino che lunedì 28 febbraio ha incontrato l'assessore provinciale all’Artigianato, commercio, promozione, sport e turismo Roberto Failoni per un confronto sul futuro post pandemia dei pubblici esercizi in Trentino.
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"Il settore è stretto tra l'aumento dei costi e il calo dei consumi - ha detto Marcello Condini -. Le imprese non riescono più ad assorbire i costi delle materie prime e dell’energia. Si tratta di aumenti non sostenibili nel lungo termine e che si rifletteranno con tutte le probabilità sui listini prezzi degli esercenti".
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I risultati emergono dal sondaggio condotto a gennaio dall'associazione per monitorare l’andamento del settore alla fine del 2021 e durante la stagione invernale in corso. E non lasciano ben sperare: oltre all'aumento dei costi, si registra una battuta d'arresto nei consumi durante i mesi invernali: una contrazione dei ricavi pari al 28% nell'ultimo trimestre 2021 rispetto al 2019.
“I pubblici esercizi - ha detto la presidente dell’associazione Fabia Roman - sono il terminale di una lunga filiera fatta di agricoltori, allevatori, pescatori, casari e vignaioli. Rappresentiamo l’ultimo miglio della filiera enogastronomica italiana. Per questo ci troviamo oggi a riflettere sui nostri clienti gli aumenti a cascata che arrivano dai vari comparti". L’aumento dei listini è così una soluzione considerata in questo momento da molti professionisti del settore.
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"Stiamo lavorando con lo Stato per ridurre l’impatto di questi aumenti sulle imprese e sulle famiglie affinché possano ripartire i consumi - ha detto l'assessore Failoni -. Sappiamo che, per uscire dalla crisi, non è sufficiente abbattere i costi aziendali ma occorre sostenere lo sviluppo e le competenze del settore. Stiamo lavorando a un nuovo bando qualità per promuovere gli investimenti nel terziario sul nostro territorio".
L'assessore ha detto di condividere la richiesta di semplificazione della burocrazia sanitaria che arriva dal comparto. "L’auspicio - ha detto - è che con la fine dello stato d’emergenza previsto per il 31 marzo, si possa tornare alla normalità".