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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sanitari no-vax, sospesi 12 infermieri, 9 terapisti e qualche decina di Oss. La Pat: "nessuna criticità"

Il punto con i sindacati. La Pat rinnova l'appello per promuovere la campagna vaccinale

Nessun impatto critico per le strutture sul territorio trentino in relazione al personale non vaccinato e una situazione che nel complesso si mostra migliore rispetto a quanto inizialmente prospettato nelle settimane scorse. A confermare questa situazione è stata la Pat, con una nota di venerdì 10 settembre.  Questo secondo quanto emerso dall'ultimo confronto sul tema degli operatori non immunizzati dal Covid nelle Apsp trentine.

Al termine del confronto, che ha toccato anche i temi del fabbisogno di personale e i contratti, l’assessore provinciale alla salute ha parlato di un momento utile per un chiarimento delle reciproche posizioni. Alcune sigle sindacali hanno organizzato iniziative a favore della vaccinazione e Segnana ha sollecitato tutte le organizzazioni a partecipare attivamente alla promozione della campagna, nell’importante ruolo di intermediazione con i lavoratori.

"Il modo migliore per invitare ad aderire chi ha paura o nutre delle perplessità - è stato ribadito - è illustrare, sulla base delle valutazioni mediche e scientifiche, cos’è la vaccinazione. Nella convinzione che dal successo della campagna passi la possibilità per tutta la comunità trentina di ripartire, di riprendere pienamente le attività, anche in previsione del prossimo autunno-inverno".

All’incontro in videoconferenza hanno partecipato il dirigente del Dipartimento salute Giancarlo Ruscitti e del direttore dell’Unità operativa di supporto Rsa dell’Apss trentina Enrico Nava.

La situazione delle vaccinazioni per gli operatori sanitari, si legge ancora nella nota, viene costantemente monitorata da Apss, mentre restano aperti i tavoli tecnici con le strutture sulle eventuali modalità di supporto a livello organizzativo, al fine di garantire la migliore offerta possibile agli ospiti delle strutture. La pressione legata ai non vaccinati nelle strutture rimarrebbe limitata. I numeri aggiornati vedono il coinvolgimento nelle lettere di sospensione inviate dall’Apss per una dozzina di infermieri, 9 terapisti della riabilitazione e di qualche decina di operatori socio-sanitari-Oss. "Numeri nel complesso contenuti e che non hanno decretato particolari problemi organizzativi nelle Rsa sul territorio" sottolinea ancora la nota.

Rivolto ai sindacati, il dirigente Ruscitti ha precisato come il Trentino sia stato il territorio che ha puntato di più sulla modalità del dialogo e del confronto per sensibilizzare gli operatori sul tema della vaccinazione anti-Covid.  Il confronto con i sindacati ha toccato anche gli altri aspetti per le Aziende pubbliche di servizi alla persona. Riguardo al fabbisogno di personale, l’Amministrazione provinciale ha sottolineato gli investimenti messi in campo per aumentare l’offerta formativa rivolta ai nuovi infermieri e Oss, anche in collegamento con la nuova Scuola universitaria di medicina.

Le preoccupazioni dei sindacati

Rassicurazioni quelle divulgate dall'Apss che non sgonfierebbero le preoccupazioni dei sindacati. Per Luigi Diaspro (Fp Cgil) e Giuseppe Pallanch (Cisl Fp), si tratta di una "situazione tuttavia che stride con quanto ci viene raccontato dai luoghi di lavoro, in cui si starebbero applicando i parametri minimi di assistenza previsti per l’accreditamento (1 infermiere ogni 15 posti letto) anziché quelli ottimali adottati sul territorio (1 ogni 10). Una scelta di esclusiva responsabilità delle Apsp, ha tenuto a chiarire il dott. Ruscitti, in alcun modo sollecitata da atti dell’assessorato. C’è dunque un tema fondamentale che attiene alla necessità – come chiediamo da tempo - di riunire intorno al tavolo tutti gli attori del sistema delle Apsp e Rsa perché non è possibile né efficace fare tavoli separati in cui si verifica il classico scaricabarile". 

Per i sindacalisti la probabilità che la situazione si aggravi a seguito della seconda tranche di sospensioni previste per la fine di ottobre, sarebbe molto alta e preoccuperebbero enormemente il personale che sarà chiamato in ogni caso ad assicurare i servizi. Su questo punto non sarebbero state fornite risposte chiare, affermano i sindacati, si tenderebbe sostanzialmente a monitorare la situazione. 

"Abbiamo inoltre posto il tema delle risorse - continuano i sindacati -, un sistema premiale per gli aumentati carichi di lavoro, i quasi 4 milioni degli impegni già presi per dare il giusto riconoscimento economico a Oss e Infermieri delle Apsp, chiudere l'accordo di settore e soprattutto rinnovare il contratto collettivo scaduto da quasi tre anni. Nessuna risposta su questo da parte dell’assessora, se non un vago rinvio a ulteriori verifiche da fare presso la giunta. Piazza Dante deve andare oltre le tante parole di sostegno e dare risposte concrete. Un incontro convocato tardi e ancora interlocutorio che vogliamo giudicare tuttavia positivo se determinerà, come chiesto e assicurato dall’assessora Segnana, la prosecuzione del confronto a un tavolo allargato a Upipa e Spes e se, soprattutto, arriveranno risposte concrete per gli operatori del sistema delle Apsp e delle Rsa trentine".

I sindacati hanno confermato che lo stato di agitazione permane e, in caso del perdurare dell’assenza di risposte, la mobilitazione proseguirà, con azioni compatibili col quadro di risalita della curva epidemiologica e di carenza di personale. "Non è più accettabile che siano sempre le lavoratrici e i lavoratori a pagare il prezzo di decisioni tardive e sbagliate della politica" concludono Diaspro e Pallanch.

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