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Olimpiadi 2026: 30 milioni per il pattinaggio a Pinè, verso una cabina di regia

L'aula di piazza Dante ha approvato il disegno di legge che istituisce una commissione di 7 elementi che si occuperà di coordinare l'organizzazione in Trentino delle gare olimpiche invernali

​​Chiusa la partita della manovra economica sulla crisi Covid, si è passati al ddl ( n. 90/XVI ) Failoni, approvato con 25 sì e 7 astensioni, e che riguarda le Olimpiadi invernali 2026. Una sfida inedita e importantissima, ha affermato l’assessore, che va affrontata subito: per questo va varato presto il coordinamento provinciale per le Olimpiadi, previsto dal disegno di legge, che sarà composto da massimo 7 componenti scelti tra gli esperti nell’organizzazione di grandi eventi e i rappresentanti di istituzioni pubbliche. Questo organismo, ha aggiunto l’assessore al turismo e allo sport, oltre ad essere l’interlocutore locale della Fondazione Milano – Cortina, avrà il compito di coordinare e monitorare gli investimenti e di raccordare i soggetti pubblici e privati coinvolti nell’organizzazione dell’evento. Alla Giunta spetta l’elaborazione di un piano per reclutare il personale necessario ad affrontare la sfida a cinque cerchi e l’individuazione della struttura Pat per il coordinamento degli interventi provinciali. Si inizia quindi, con questo ddl, l’avventura delle Olimpiadi che, ha ricordato Failoni, ormai non sono lontane e rappresentano una grande occasione per il rilancio del Trentino dopo il dramma del Covid. I tempi sono stretti, ha concluso Roberto Failoni, in tre mesi si dovrà mettere in campo la squadra e organizzare il lavoro.

Il presidente Maurizio Fugatti su Pinè ha detto che nell’incontro di Verona nei giorni scorsi si è toccato questo tema. La posizione della Giunta è chiara: quanto è stato sottoscritto per le modalità di gestione dei Giochi per cambiare la destinazione di una disciplina ci deve essere l’accordo del territorio interessato. Su Baselga la Giunta, ha aggiunto Fugatti, ha messo 30 milioni di euro di cui 15 per la parte dell’impianto esistente e gli altri per quello al chiuso. Si stanno discutendo le modalità tecniche per un impianto il meno impattante impossibile anche sul piano finanziario. La richiesta di spostamento a Milano, che non viene dalla Lombardia, si basa sull’idea di costruire un impianto all’aperto che c’è però già a Pinè. Failoni ha aggiunto che nel coordinamento, che deve avere un carattere tecnico e non politico, farà parte anche il Coni il quale dovrà dare spazio al mondo paralimpico.

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