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Disattivato il numero verde covid, 500 persone senza lavoro

L'11 gennaio 2023 si terrà un incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy

Ha smesso di funzionare dal 1° gennaio 2023 il numero di pubblica utilità 1500 che era stato istituito nel 2020, durante l’emergenza covid, per dare informazioni sulle misure di prevenzione, sui vaccini, sui green pass e sulle pratiche burocratiche. Con la cessazione del numero verde, comunicata ufficialmente dal ministero della Salute il 31 dicembre 2022, è scattata anche la cassa integrazione per gli oltre 500 lavoratori che rispondevano al telefono 24 ore su 24. Per loro il rischio licenziamento è molto alto.

Almaviva, a rischio licenziamento 500 operatori telefonici

Sono 530 i dipendenti della Almaviva Contact, la più grande azienda italiana di call center, che rispondevano al numero di pubblica utilità 1500 e che ora rischiano il licenziamento. Fino alla fine del 2021 hanno gestito migliaia di chiamate al giorno per dare informazioni soprattutto sulle restrizioni covid. Le telefonate però sono andate via via diminuendo con il calo dei contagi e l’allentamento delle misure restrittive. Negli ultimi tempi fornivano informazioni quasi esclusivamente sulla campagna vaccinale. E così il ministero della Salute ha deciso di non rinnovare il contratto con Almaviva dopo la proroga di tre mesi decisa ad ottobre. Sono passati da 25mila chiamate al giorno a un migliaio circa.

Gli operatori telefonici del numero 1500 lavoravano nei siti di Palermo, Catania, Napoli e Milano, ma la maggior parte di loro (420 su 500) rispondeva dalla Sicilia. Prima lavoravano per altre commesse, come l’assistenza clienti Wind e Vodafone. Con la disattivazione del numero 1500 e con la fine della cassa integrazione prevista a fine febbraio cosa ne sarà di loro?

Come riporta Today, gli incontri tra il ministero e i sindacati non hanno portato a nulla e così ora 500 persone si ritrovano senza lavoro. Per loro è sfumata anche la possibilità di continuare a lavorare per il ministero per un servizio di “post emergenza”, mai attivato. Il ministero della Salute aveva anche detto che avrebbe valorizzato le competenze di chi aveva lavorato 3 anni al servizio 1500 per fare campagne vaccinali di prevenzioni sanitarie per malattie virali endemiche, ma poi non se ne è più fatto nulla.

L’11 gennaio incontro al Mise

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha fissato un incontro con le organizzazioni sindacali e le parti sociali per l’11 gennaio 2023. I sindacati chiedono di garantire la continuità lavorativa del personale valorizzando le competenze acquisite in questi tre anni, trasformando il servizio 1500 in un numero di pubblica utilità da dedicare all’assistenza agli utenti in ambito sanitario. Bisogna evitare che "la mannaia dei licenziamenti si abbatta sul già precario tessuto occupazionale della nostra regione", ha dichiarato Mario Giambona, parlamentare regionale del Partito democratico.

Nel frattempo Almaviva ha offerto ad alcuni operatori incentivi all’esodo mentre ad altri ha proposto lo spostamento ad un altro servizio. Per il momento più di 100 persone stanno seguendo corsi di formazione professionale per la gestione di reti cloud e sicurezza informatica per trovare un nuovo posto di lavoro all’interno di Almaviva. Per adesso la società "non ha aperto procedure di licenziamento ma non tarderanno ad arrivare – ha dichiarato Daniele Carchidi di Slc Cgil a Repubblica - è una questione di giorni. La rabbia non è che lo scopriamo adesso che c'è il problema, lo diciamo da mesi. Una soluzione potrebbe essere la conversione, come prospettato dal ministero, in numero verde di pubblica utilità più ampio. Servirebbero meno lavoratori, probabilmente intorno ai 200, ma sarebbe comunque un passo importante".

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