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Sanità

Not, a rischio le condizioni di lavoro di mille addetti

I tempi per la realizzazione del nuovo ospedale trentino si allungano ancora. L'allarme dei sindacati: "Il testo dell'appalto va adeguato: no a scorciatoie sulla pelle dei lavoratori"

Il rischio dell’ennesima battuta di arresto nell’appalto per la realizzazione del nuovo ospedale trentino (Not) lascia “allibiti” Cgil, Cisl e Uil. Martedì 8 marzo in Consiglio provinciale, rispondendo a un’interrogazione presentata da Luca Zeni (Pd), il presidente Maurizio Fugatti ha spiegato che i tempi previsti si sono nuovamente allungati.

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Lo scorso 3 marzo, infatti, la Guerrato - azienda indicata come aggiudicataria temporanea dell’appalto da parte della commissione valutatrice - ha inoltrato nuove proposte di modifica al progetto. Modifiche che per la Conferenza dei servizi presentano però delle “criticità” che hanno imposto di ridefinire la tempistica dell'istruttoria.

Una situazione che preoccupa i tre sindacati per l’impatto che la situazione avrà anche sul fronte occupazionale, almeno per quanto riguarda i mille addetti che operano nei servizi in appalto, ovvero negli impianti del calore, cucine e mense, pulizie e sanificazione. “Sono 11 anni che si discute del nuovo ospedale e in questo lasso di tempo anche le norme in materia di appalto dei servizi sono mutate - fanno notare Maurizio Zabbeni, Michele Bezzi e Stefano Pichetti, che per le tre sigle siedono al tavolo provinciale appalti -. Al di là di chi realizzerà la nuova struttura esiste il problema della tutela dell’occupazione e delle condizioni economiche di chi andrà poi a lavorare al Not”.

Per questo per i sindacati deve essere applicata la clausola sociale rafforzata, prevista dalla legge provinciale del 2016 sugli appalti, che all’articolo 32 introduce la possibilità per le amministrazioni aggiudicatrici di “prevedere negli atti di gara che i soggetti aggiudicatari siano tenuti a garantire la continuità dei rapporti di lavoro, in essere al momento del subentro, del personale già impiegato nei servizi oggetto di gara”. In altre parole: nessuno dei mille addetti dovrà perdere il posto di lavoro né vedere arretrate le proprie condizioni retributive.

“Tutti i settori in appalto - concludono Zabbeni, Bezzi e Pichetti - riguardano servizi ad alta concentrazione di manodopera. Non ci possono essere scorciatoie che ricadano sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici. Serve avviare subito un confronto per porre al centro il tema occupazionale e adeguare il testo dell’appalto”.

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