La campagna, ristoranti e bar all’unisono: «Aperti per non chiudere più»
Lo slogan promosso da Fipe, dall’Associazione Ristoratori del Trentino e dall’Associazione dei Pubblici Esercizi del Trentino in concomitanza con la festa internazionale del lavoro
Uno slogan che racchiude quella voglia e necessità di lavorare, dopo oltre un anno di aperture a signhiozzo, arriva proprio il Primo Maggio, dalla Fipe Confcommercio. L’Associazione Ristoratori del Trentino e l’associazione Pubblici esercizi del trentino premono sulla necessità di una ripartenza totale e definitiva dell’attività del settore e, più in generale, sulla necessità di una diversa gestione della pandemia: «che non passi più dalle chiusure dei locali, ma che vada a colpire il pericolo dei contagi nelle zone in cui questi si sviluppano» si legge nella nota. «Aperti per non chiudere più» è lo slogan che scandisce la campagna lanciata da queste categorie».
Il presidente dei ristoratori Marco Fontanari «pone l’attenzione sulla necessità di una ripartenza totale e definitiva dell’attività del settore e, più in generale, sulla necessità di una diversa gestione della pandemia, che non passi più dalle chiusure dei locali, ma che vada a colpire il pericolo dei contagi là dove realmente è. Chiediamo quindi abbandonare la strategia delle chiusure programmate e le differenze tra consumo all’esterno e all’interno mettendo come uniche discriminanti le misure di sicurezza».
Nelle locandine affisse nelle vetrine di bar e ristoranti alcune immagini provocatorie: l’interno di un locale con il servizio al tavolo e assembramenti in spazi pubblici. Poi, la domanda: «Dove ti senti più sicuro?».
Sempre secondo Fontanari «con le sue disposizioni, ormai da oltre un anno lo Stato italiano ha messo fuori legge i pubblici esercizi, che pure sono gli unici a poter garantire la somministrazione in piena sicurezza, con clienti controllati e controllabili e nel pieno rispetto dei protocolli vigenti. Ma chiudendo noi ha aperto la strada alla rete dell’illegalità fuori da ogni controllo. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Prendiamo distanza dalle azioni di protesta violente e contro la legge che si sono succedute in queste settimane, ma non dalle ragioni che le hanno ispirate. Per questo motivo, tenendo fede al senso di responsabilità e al principio di muoverci sempre dentro la legalità, continuiamo ad aumentare la nostra attività sindacale nei confronti di tutti i decisori istituzionali, a livello territoriale come nazionale, affinché si facciano carico delle nostre richieste per una riapertura totale e definitiva dei pubblici esercizi, indipendentemente dalle fasce di colore. Puntando anche al superamento del concetto di “coprifuoco» o, in stretto subordine, almeno al suo prolungamento alla mezzanotte.
Per accompagnare il pressing sindacale, arriva quindi la campagna promozionale rivolta ai clienti, che prevede il coinvolgimento di tutte le attività di somministrazione con l’obiettivo di evitare un nuovo lockdown, dimostrando che non sono certo bar e ristoranti i luoghi di maggior diffusione dei contagi.
«Deve essere chiaro» conferma la Presidente dei pubblici esercizi Fabia Roman «che i pubblici esercizi sono un luogo sicuro, controllato e rispettoso delle normative sanitarie previste. Siamo gli unici, che sia all’interno o all’esterno, possiamo garantire un consumo in piena sicurezza. Nel nostro stile civile e corretto chiediamo con risolutezza a livello territoriale e nazionale che le nostre richieste vengano accolte e si proceda a una riapertura totale e definitiva dei pubblici esercizi».