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Agricoltura

Niente etichetta anti-cancro per il vino. Soddisfatti i viticoltori trentini

Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige: "Salvati quasi diecimila anni di storia del vino"

"C’è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio per il cancro". Così martedì 15 febbraio il Parlamento europeo ha deciso di modificare la relazione sul piano di azione anti-cancro, eliminando i riferimenti al legame tra il consumo d'alcol e i tumori. 

In particolare, il settore vitivinicolo contestava l'apertura all'introduzione di un'etichetta per le bevande alcoliche sul modello di quanto avviene già oggi per le sigarette, ossia con delle avvertenze sui rischi per la salute. Nel rapporto, si citava anche uno studio scientifico menzionato dall'Organizzazione mondiale della sanità secondo cui “non esiste un livello sicuro di consumo” di vino e birra. 

Il provvedimento avrebbe colpito duramente l'Italia, primo produttore ed esportatore mondiale di vino, con un consumo pro capite che si attesta sui 33 litri all'anno. Un settore che vale 12 miliardi di euro di fatturato, dei quali 7,1 miliardi di export, e che dà occupazione a 1,3 milioni di persone, secondo i dati di Coldiretti.

I prodotti Dop e Igp trentini valgono 949 milioni di euro

Per il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi, "si sono salvati quasi diecimila anni di storia del vino le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso, mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.C. Il giusto impegno dell’Unione europea per tutelare la salute dei cittadini - prosegue Barbacovi - non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate". 

Soddisfatta anche la Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi): "I vignaioli indipendenti - ha detto la presidente Matilde Poggi - sono sempre stati in prima linea nella promozione di un consumo attento e sano del vino, comunicando moderazione e combattendone l’abuso. Crediamo che l’educazione sia sempre il mezzo migliore per incoraggiare le persone a osservare comportamenti adeguati, non la repressione. Il vino è nella tradizione e nella cultura dei popoli e fa parte di una filiera che tiene vivo il mondo rurale e ne contribuisce allo sviluppo".

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