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Nidi aperti a San Vigilio, per i sindacati è una scelta «improvvisa, non condivisa e disorganizzata»

La scelta di chiudere i nidi durante la settimana di San Vigilio, come accaduto negli ultimi dieci anni, era stata presa per far coincidere le ferie di tutto il personale, evitando una discontinuità educativa, oltre che di progetto, che si ripercuoterebbe sui bambini

Asili nido aperti durante la settimana di San Vigilio. Una decisione del Comune di Trento che non è stata apprezzata dai sindacati. «Non condividiamo la scelta né nel metodo né nel merito» sottolineano in una nota i sindacati con una forte nota di disappunto anche sul confronto avuto con il Comune e che hanno descritto come «puramente formale» perché sarebbero stati coinvolti alla fine, quando la decisione era stata già presa. La scelta di chiudere i nidi del comune di Trento durante la settimana di San Vigilio, come accaduto negli ultimi dieci anni, era stata presa per far coincidere le ferie di tutto il personale, evitando ferie frammentate e una discontinuità educativa, oltre che di progetto, che si ripercuoterebbe sui bambini.

Il personale, attraverso le organizzazioni sindacali, è disponibile a ragionare in merito alla modifica del calendario per il prossimo anno educativo, attraverso una riorganizzazione complessiva che tenga conto degli aspetti di progettualità educativa, ma non su quello in corso. Questo perché andrebbe a scombussolare la programmazione di questi cinque giorni di ferie a servizio aperto, sia nei servizi gestiti direttamente dall’ente pubblico, sia in quelli affidati alle cooperative sociali. I sindacati spiegano che riprogrammare cinque giorni di ferie per ciascun dipendente non è cosa semplice. Comporta la necessità di garantire un numero rilevante di sostituzioni, che non sembrerebbero possibili «sia perché la Giunta non ha parallelamente stanziato risorse aggiuntive per i nidi in appalto, sia perché manca personale educativo disponibile» si legge nella nota.

La scelta di tenere aperti porterebbe quindi la necessità da parte delle strutture e delle cooperative di chiedere alle educatrici di «garantire il servizio senza sostituzioni, con turni allungati o di non usufruire dei giorni di ferie nei tempi contrattualmente previsti. Senza considerare che le continue sostituzioni di personale, sia interno che esterno, si aggiungerebbero all’ordinaria gestione delle assenze dei dipendenti. Questo comporterebbe un continuo cambio di riferimenti per educatrice e bambini, un’aggiunta di carichi di lavoro per il resto del gruppo, che avrebbe l’ulteriore compito di fare passaggi e supportare queste nuove figure, portando inevitabilmente a un abbassamento della qualità educativa che i nostri servizi offrono a bambini e famiglie».

Dal canto suo, La Giunta comunale aveva spiegato che la scelta era stata presa in funzione di garantire ai genitori lavoratori una settimana in più di apertura in questo periodo di pandemia. Su questo punto hanno insistito i sindacati, affermando che la Giunta non avrebbe considerato che il nido d’infanzia è un servizio educativo che accoglie i bisogni e le aspettative delle famiglie e, proprio per questo, necessita di un'attenta progettazione e programmazione per mantenere quei livelli di qualità da tutti riconosciuti. «Si sottolinea inoltre» continua la nota «che si è atteso il mese di maggio per scegliere la modifica del calendario, nonostante le difficoltà e le previsioni pandemiche fossero note già all’apertura dell’anno educativo. Peraltro, nella possibilità ancora attuale di contagi, potrebbero aggiungersi alle ferie da riprogrammare altre assenze (malattia, congedi parentali o altro) e conseguenti disagi per bambini e famiglie». Una scelta, quella di mantenere i servizi attivi anche in quella settimana, che ai sindacati appare «più propagandistica che di concreta soluzione dei problemi che si dice di voler affrontare». 

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